Ai giovani del Sud Sudan negato pure il Giubileo
Erano solo quattro, accompagnati da una religiosa irlandese e un sacerdote locale. Ma il loro sogno di partecipare al Giubileo dei giovani è svanito a causa del diniego del visto da parte dell’ambasciata italiana
Sono nati e cresciuti in uno dei Paesi più poveri e travagliati al mondo, il Sud Sudan, con pochissime opportunità di accedere all’istruzione e a qualsiasi tipo di servizi. Due ragazze erano state sostenute negli studi dalla ong bresciana Cesar, che porta avanti l’immenso lavoro del defunto vescovo di Rumbek, Cesare Mazzolari, cercando di promuovere soprattutto la formazione. Con loro, altri due ragazzi sarebbero stati accompagnati da suor Orla Treacy, direttrice della Loreto School di Rumbek – la prima e per molto tempo l’unica scuola superiore femminile del Sud Sudan – e da padre Stephen Mangar. Eppure anche questa volta l’ambasciata italiana ha negato i visti, appellandosi alla clausola numero 13: «Ragionevole dubbio sulla ragione per cui lascerai il territorio degli Stati membri prima della scadenza del visto». In altre parole, l’ambasciata italiana ha messo in dubbio la volontà e la disponibilità dei richiedenti a tornare nel loro Paese d’origine prima della scadenza del visto.
I quattro ragazzi della diocesi di Rumbek (nella foto con padre Mangar) si erano dovuti recare in Etiopia – dove ha sede l’ambasciata di riferimento anche per il Sud Sudan – per chiedere il visto per il Giubileo dei giovani che si terrà nei prossimi giorni a Roma. «Sono qui con loro, insieme a padre Stephen Mangar, il nostro cappellano per i giovani. Purtroppo, al gruppo è stato negato il visto – ha dichiarato suor Orla ad ACI Africa -. Stiamo cercando di trovare un modo per presentare ricorso, ma non sembra promettente. In tal caso, io stessa non andrò a Roma senza i giovani», ha aggiunto la religiosa irlandese dell’Istituto della Beata Vergine Maria (IBVM), comunemente nota come Suore di Loreto, che ha coordinato l’organizzazione del viaggio per il gruppo di sei persone.
Quest’ultimo sviluppo getta un’ombra di tristezza sul gruppo, che peraltro si è dovuto recare sino ad Addis Abeba per richiedere il visto con notevole dispendio di risorse e di tempo. «I giovani erano pieni di entusiasmo ed emozione» per la partecipazione a questo storico evento che si inserisce nell’Anno Giubilare dedicato al tema della Speranza, ha dichiarato suor Orla. Questa speranza, però, è stata brutalmente delusa, così come è successo anche per molti ragazzi di altri Paesi in via di sviluppo (in Africa e non solo), che non godono evidentemente della fiducia del governo italiano.
Per i quattro giovani di Rumbek si tratta di una delusione grandissima. In questi anni, in cui sono cresciuti tra mille difficoltà, hanno sempre sentito vicina la Chiesa cattolica e in particolare la figura di Papa Francesco, che tanto si era speso per promuovere la pace nel Paese, recandosi in uno storico pellegrinaggio a Juba nel 2023 e arrivando prima ancora, nel 2019, a compiere un gesto inaudito, baciando i piedi dei leader sud sudanesi in Vaticano per chiedere disperatamente la pace per un popolo che da anni vive in una situazione di guerra e di catastrofe umanitaria.
Ancora una volta, però, le aspirazioni di questi giovani – e di molti altri africani che sono stati i più penalizzati anche per il Giubileo – sono state deluse da una politica dei visti alquanto discutibile.
Il direttore della pastorale giovanile di Roma, padre Alfredo Tedesco, ha dichiarato ad ACI Prensa, che ci sarà una rappresentanza africana alle celebrazioni del Giubileo, «ma non così numerosa. Alcuni Paesi non sono stati in grado di inviare delegazioni a causa di problemi di visto, diplomatici o di conflitti armati». Questo nonostante il Dicastero e la Santa Sede abbiamo «preso accordi per facilitare il rilascio di alcuni visti».
Per qualcuno, in realtà, è andata meglio, come per gli oltre 200 giovani tanzaniani che hanno ottenuto il visto per partecipare al pellegrinaggio. Ma testimonianze da Kenya e dalla stessa Etiopia raccontano di grandi difficoltà, ritardi, rifiuti e conseguenti frustrazioni.
«I giovani non vivranno mai più un’esperienza simile nella loro vita!», aveva dichiarato con entusiasmo padre Alfredo Tedesco, riferendosi al Giubileo a loro dedicato. Molti ragazzi, tuttavia, non la vivranno semplicemente mai.
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