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Icona decorativaIcona decorativa23 Agosto 2017 Redazione

Il vescovo di Dinajpur: «Danni terribili per le alluvioni»

Il nord del Bangladesh alle prese con la più grave emergenza degli ultimi decenni. Mons. Tudu: «La gente ha perso tutto e deve ricominciare da zero». La mobilitazione della diocesi
  Il nord del Bangladesh è alle prese con i gravissimi danni delle alluvioni che hanno colpito l’Asia Meridionale dallo scorso 13 agosto. Tra Nepal, India Settentrionale e Bangladesh si parla di oltre 800 morti con ben sedici milioni di persone complessivamente colpite dalla catastrofe. In Bangladesh le aree più colpite sono il distretto di Kurigram, alcune zone della città di Dinajpur e le missioni di Mohespur e Nijpara. Proprio il vescovo di Dinajpur, monsignor Sebastian Tudu, ci inviato in queste ore alcune immagini eloquenti sulla devastazione provocata dallo straripamento dei grandi fiumi ingrossati dai monsoni. Alcuni villaggi sono stati letteralmente spazzati via da quella che viene definita come la più grave inondazione che ha colpito la regione da decenni a questa parte.

«Ho visitato ieri alcuni dei villaggi più colpiti e la situazione è davvero terribile», scrive mons. Tudu. «Queste persone vivevano in case di fango che sono state spazzate via dalla furia delle acque. Hanno perso tutto e adesso devono ricominciare da zero. Senza che finora abbiano visto arrivare nessun aiuto nei loro villaggi».

La diocesi di Dinajpur – dove sono presenti i missionari del Pime, con progetti e iniziative di sostegno a distanza promossi dalla Fondazione Pime Onlus – ha aperto alcuni centri per sfollati per offrire una prima assistenza a quanti sono stati colpiti dalla catastrofe. «Stiamo offrendo alle vittime un rifugio, del cibo, acqua potabile, medicinali e assistenza di emergenza – spiega mons. Tudu -. L’acqua dei fiumi ora si sta ritirando, ma resta il problema della grande quantità di persone rimasta senza casa. Per questo stiamo pensando a un progetto per aiutarli a ricostruire. Intanto chiediamo a tutti di pregare per queste persone che oggi soffrono».

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