Il padre vittima al boia: «Non uccidetemi anche mio figlio»

Il padre vittima al boia: «Non uccidetemi anche mio figlio»

In Texas la lotta disperata di Kent Whitaker per non vedere eseguita la pena capitale di suo figlio Burt, mandante della strage familiare di cui l’uomo è l’unico sopravvissuto. E alla fine il governatore Abbott all’ultimo minuto ha accolto la sua richiesta

 

Sono rimaste poche ore a Kent Whitaker per fermare il boia. E ora è tutto nelle mani di Gregg Abbott, il governatore del Texas tra i più duri nella difesa della pena di morte negli Stati Uniti. Prima delle 18 ora locale (la mezzanotte in Italia) dovrà decidere se accogliere il parere favorevole espresso due giorni fa dalla locale Commissione per la grazia nella vicenda paradossale che vede un padre scampato a un killer assoldato dal figlio battersi perché a quest’ultimo venga risparmiata l’esecuzione capitale. Finora Abbott non ha voluto esprimersi, mentre il procuratore della contea in cui è avvenuto il crimine continua a insistere perché l’iniezione letale venga comminata comunque.

Il 10 dicembre 2003 la famiglia Whitaker – Kent, sua moglie Patricia e i figli Kevin e Bart – vennero abbattuti a colpi d’arma da fuoco da uno sconosciuto: stavano tornando a casa da un ristorante dove avevano festeggiato l’ormai imminente laurea del figlio maggiore. Patricia e Kevin restarono uccisi, Bart fu colpito a un braccio, il padre Kent ferito più gravemente ma sopravvisse. La verità che emerse dalle indagini, però, era diversa da quella che appare: era stato proprio il giovane a progettare la strage assoldando un killer perché in realtà non aveva affatto frequentato l’università; voleva uccidere il resto della famiglia per coprire il suo inganno e incassare i premi delle polizze vita. E per sviare i sospetti avevo chiesto al sicario di ferire anche lui.

Kent Whitaker, che oggi ha 69 anni, non ha mai coltivato il desiderio di vendetta: «Dio mi è venuto a cercare in ospedale nella notte della sparatoria e mi ha aiutato ad arrivare al miracolo del perdono», ha raccontato. E anche quando è emersa l’atroce verità non ha mai smesso di battersi perché a suo figlio venga risparmiata la vita. L’ha anche accompagnato in questi anni e sostiene che in carcere sia cambiato. Finora, però, i suoi sforzi sono stati vani: il Texas è lo Stato americano con il record delle esecuzioni capitali; 548 le condanne eseguite a Austin dal 1982 a oggi, già 3 quelle dall’inizio del 2018.

«Nessuno nella mia famiglia vuole vedere Bart ucciso – ha dichiarato Kent Whitaker -. Se questa cosa succedesse io verrei gettato in un dolore ancora più profondo per mano dello Stato e in nome della giustizia. Il Texas si vanta di essere uno Stato che sta dalla parte dei diritti delle vittime. Dovrebbe valere anche in questo caso in cui la vittima chiede misericordia e non solo vendetta».

Due giorni fa ha avuto una prima speranza dalla Commissione per la grazia dello Stato del Texas che ha espresso parere favorevole alla commutazione della pena in modo da rispermiare la vita a Bart, oggi trentottenne. Ma la parola finale spetta comunque al governatore Abbott che continua non pronunciarsi. Lo farà probabilmente all’ultimo minuto, secondo la macabra liturgia delle esecuzioni capitali. La speranza è che almeno in estremis sia la ragione a prevalere.

Per oggi negli Stati Uniti sono fissate anche altre due esecuzioni capitali: in Florida è previsto che sia messo a morte Eric Branch, condannato nel 1993 per l’uccisione di uno studente. In Alabama, invece, un altro caso che fa discutere è quello di Doyle Hamm, condannato nel 1987 per un omicidio compiuto durante una rapina, cui verrebbe praticata l’iniezione letale nonostante sia già affetto da una forma avanzata di tumore linfatico. All’obiezione che in quelle condizioni la morte coi farmaci potrebbe essere particolarmente dolorosa per via della difficoltà a trovare una vena adatta sul braccio del condannato, la corte ha semplicemente decretato che l’iniezione venga eseguita su una gamba oppure su un piede.

 

AGGIORNAMENTO DI VENERDI’ 23 FEBBRAIO

Alla fine Kent Whitaker ce l’ha fatta: il governatore Abbott ha accolto la richiesta del padre-vittima di salvare la vita a suo figlio. Lo ha fatto però aderendo fino in fondo alla macabra liturgia della forca: ad annunciarlo ha aspettato l’ora prevista per l’esecuzione. Ma ciò che conta ora è che questo padre almeno in questa occasione è riuscito a mostrare tutta l’assurdità della pena capitale. Nella notte intanto anche dall’Alabama è arrivata la notizia dello stop – almeno temporaneo – all’esecuzione di Doyle Hamm, il condannato che soffre già di un tumore in fase terminale. È stata invece eseguita l’iniezione letale ad Eric Branch in Florida.