Lo spot arabo per il Ramadan sull’amicizia coi cristiani

A poche settimane dalla dichiarazione sulla fratellanza firmata da papa Francesco e dall’imam al Tayyeb di al Azhar il gruppo Zain – una compagnia telefonica attiva in otto Paesi del Medio Oriente – dedica all’amicizia tra cristiani e musulmani il suo spot diffuso in occasione del Ramadan

 

 

Nel mondo musulmano il Ramadan – il mese sacro dell’islam – è la stagione televisiva per eccellenza e anche il mondo della pubblicità si adegua. Come accade da noi a Natale ogni anno le grandi compagnie commerciali producono degli spot ad hoc che legano il proprio messaggio a questo tempo particolare, rilanciando l’invito alla pace e alla solidarietà. Negli ultimi anni – così – è capitato spesso che in occasione del Ramadan le pubblicità parlassero di temi come la tragedia della guerra in Siria, la lotta al radicalismo fondamentalista o le sofferenze dei migranti.

Diventa per questo significativo segnalare un video che sta andando in onda da qualche giorno sulle tv arabe. Questa volta infatti in occasione del Ramadan si parla specificamente della fratellanza tra cristiani e musulmani. A produrlo è stata Zain, una compagnia telefonica kuwaitiana attiva in otto diversi Paesi del Medio Oriente con oltre 50 milioni di clienti. Il messaggio mette a tema l’incontro tra i fedeli delle due religioni a partire da una preghiera: «fa che possiamo essere come gli alberi, diversi nella forma, nelle foglie e nei rami ma uniti nelle radici».

Il video racconta in una canzone di quattro minuti la storia di due bambine, una musulmana e una cristiana, nate una accanto all’altra in ospedale. In maniera semplice vengono riportate le preghiere dei loro genitori; poi diventate più grandi si vedono le bambine correre insieme mano nella mano. Arriva però anche il momento in cui ciascuna deve fare i conti con gli strattoni di chi vorrebbe separarle, perché «non bisogna essere amici delle altre religioni». Ma il loro legame è forte e non banale. E allora ecco ognuna delle due raccontare che si sente «pugnalate alla schiena» e ha «il cuore che sanguina» quando viene colpito il luogo di culto dell’altra. Finché le due donne – diventate ormai adulte – portano questo stesso messaggio alle sue conseguenze esprimendo una condanna ferma per chi imprigiona l’innocente, distorce la verità, tradisce la propria religione alzando la mano contro i figli dell’altra. Fino al messaggio finale, cantato insieme mentre un coro cristiano e un gruppo di sufi musulmani si mescolano tra loro: «quando ti trovi a un bivio segui il tuo cuore e lasciati guidare da Dio sulla strada che porta all’unità».

Non è difficile vedere in controluce a queste parole l’impostazione della Dichiarazione comune sulla fratellanza umana firmata insieme tre mesi ad Abu Dhabi da papa Francesco e dall’imam di al Azhar al Tayyeb. In una maniera forse un po’ naive questo stesso messaggio ora sta entrando in milioni di case nel mondo arabo attraverso uno spot proprio durante il Ramadan, tante volte in questi anni insanguinato dalle violenze dei fondamentalisti islamici. In un mondo in preda alle generalizzazioni che istigano all’odio reciproco vale la pena per lo meno di raccontarlo.