Suor Mary Elizabeth  70 anni in clausura

Suor Mary Elizabeth 70 anni in clausura

A Dinajpur la festa per l’anniversario del suo arrivo nel monastero delle Clarisse dell’Adorazione Perpetua. Originaria del kerala, ha guidato e fatto crescere la comunità

Settant’anni di vita consacrata vissuti in clausura in un grande Paese asiatico a maggioranza musulmana come il Bangladesh. Li ha festeggiati suor Mary Elizabeth, religiosa indiana 87enne delle Clarisse dell’Adorazione Perpetua che vive nel monastero di Dinajpur. Alla cerimonia, lo scorso settembre, erano presenti il vescovo monsignor Sebastian Tudu, alcuni sacerdoti e le consorelle della suora, arrivata per la prima volta a Dhaka da Changanacherry, nel Kerala, il 31 agosto 1952.
Era partita dall’India insieme ad altre quattro giovani donne per intraprendere la vita religiosa: suo zio le aveva accompagnate in treno e poi in nave, in un viaggio durato più di una settimana. Mary Elizabeth, ancora ragazzina, lasciò così la sua famiglia, composta da due fratelli e quattro sorelle – tra cui Aroti, diventata a sua volta missionaria della Carità e attualmente in servizio in Giordania -, e raggiunse quello che allora era il Pakistan orientale: il Bangladesh sarebbe nato solo nel 1971. Avrebbe compiuto la professione definitiva il 2 agosto 1961.

«Oggi ringraziamo Dio che ha mandato la reverenda suor Mary Elizabeth per noi dall’India», ha detto il vescovo Tudu durante la Messa di festeggiamento. «Ha sacrificato la sua vita per questo Paese negli ultimi 70 anni, svolgendo anche compiti importanti per la Chiesa cattolica del Bangladesh. Le siamo grati».
Nell’occasione l’anziana religiosa ha raccontato ad AsiaNews di non essere mai tornata nel suo luogo di nascita dopo essere arrivata a Dhaka. Ma due delle sue sorelle e uno dei fratelli (i familiari sono anziani ma ancora tutti in vita) sono venuti in Bangladesh per incontrarla durante il Giubileo d’oro della sua vita religiosa. «Nei primi anni di lontananza comunicavo con la mia famiglia per lettera. Adesso siamo in contatto con il cellulare» ha spiegato, aggiungendo di essere felice di questi settant’anni: «Ero troppo occupata dalla preghiera e dal lavoro in monastero per accorgermi che il tempo stava passando. Amo la mia vita quotidiana: prego davanti all’Eucaristia per la pace nel mondo e per il benessere delle persone e questo mi ha sempre dato una grande pace interiore».

Ma come nacque la sua vocazione? «Volevo andare in un Paese lontano come missionaria. Per questo sono entrata tra le Clarisse dell’Adorazione Perpetua. Mi sono offerta a Gesù Cristo perché lo amo, adorarlo è stata un’immensa gioia», ha spiegato.
Le consorelle la ammirano. «Suor Mary Elizabeth è la nostra pioniera», affermano. «Ha dato un enorme contributo alla congregazione. Ci ha offerto la migliore guida: è stata la nostra Madre superiora nel monastero di Mymensingh per dieci anni e poi, per altri nove anni, nel monastero di Dinajpur», racconta suor Mary Petra, attuale superiora. «È stata suor Mary Elizabeth a fondare questa struttura. Quando il numero dei membri della nostra congregazione diminuì, lei iniziò a pregare Gesù Cristo per le vocazioni religiose e Lui rispose al suo appello: nella clausura di Mymensingh il numero delle suore crebbe fino a cinquanta sorelle, non avevamo abbastanza spazio per le monache! Così, con la collaborazione del vescovo locale, abbiamo aperto il nuovo monastero a Dinajpur».

Era il 2008. Negli ultimi dodici anni le Clarisse dell’Adorazione Perpetua sono state benedette con cinque nuove suore, mentre altre tre giovani stanno studiando nella loro casa di formazione. La congregazione era arrivata in Bengala nel 1933: la prima casa fu quella di Mymensingh, nell’attuale Bangladesh centro-settentrionale. Le monache pregano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per la pace nel mondo, per Papa Francesco e per le altre guide della Chiesa.
«La vita di preghiera e la guida di suor Elizabeth come monaca anziana sono tuttora fonte di ispirazione per le giovani religiose», conclude suor Mary Petra.


Abbona un monastero

Il 21 novembre la Chiesa celebra la Giornata pro orantibus, dedicata alle monache di clausura, presenza molto vicina ai missionari nella preghiera e nell’amicizia, anche a migliaia di chilometri di distanza. A loro è rivolta l’iniziativa “Abbona un monastero” portata avanti da Mondo e Mis­sione: grazie alla generosità dei lettori, ogni mese la rivista viene inviata gratuitamente ad alcune comunità monastiche. Altre, tuttavia, attendono. Se vuoi contribuire a raggiungere anche loro, puoi fare un’offerta libera sul ccp n.39­20­8202 o utilizzare le altre modalità di donazione alla Fondazione Pime con la causale “Abbona un monastero I-010”. clicca qui