Caro Papa Leone, per favore, vai a Gaza!
È l’appello del presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, Arnoldo Mosca Mondadori, molto legato al parrocco di Gaza, padre Gabriel Romanelli. «Chi se non lui può mettere fine a questa guerra?»
«Caro Papa Leone, per favore, vai a Gaza!». È l’appello – al limite della supplica e della provocazione – che Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, rivolge al Pontefice. «Chi se non lui può mettere fine a questa guerra?».
Non bastano più le parole, che sembrano ormai del tutto inadeguate a esprimere il non senso di una tragedia che ogni giorno assume contorni sempre più funesti e disumani. Servono gesti concreti. Dirompenti. Ma gesti di pace, non di guerra. «Chi meglio di lui? – insiste Mosca Mondadori -. In un mondo che ha perso tutti i riferimenti istituzionali e non riesce a esprimere leadership autorevoli, che oscilla tra il silenzio complice e la corsa all’arricchimento attraverso la produzione di armi, solo il Papa oggi è in grado di esprimere una parola di senso e di verità, chiedendo la pace. Pace ora! Pace per Gaza. Pace per tutti i Paesi in conflitto, dall’Ucraina al Myanmar, dal Sudan alla Repubblica Democratica del Congo e i molti altri ancora. Pace per tutte le popolazioni che sono vittime di tutte queste violenze».
Il grido di Mosca Mondadori si unisce a quello di molti altri. Ma va oltre. Conosce bene le sofferenze della popolazione di Gaza ed è particolarmente vicino alla parrocchia della Sacra Famiglia, colpita nei giorni scorsi dall’artiglieria dell’esercito israeliano, che ha provocato tre morti e molti feriti, tra i quali lo stesso parroco, padre Gabriel Romanelli. «Con padre Gabriel siamo costantemente in contatto. Insieme eravamo stati da Papa Francesco e insieme abbiamo realizzato il laboratorio di ostie che, anche in questi mesi di guerra, ha continuato a funzionare, permettendo alla parrocchia di avere il pane dell’Eucaristia, pane di vita, in un luogo in cui tutto parla di morte».
È un segno di speranza, secondo il presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, un filo di luce che non si arrende. Avviato nel 2020, grazie anche all’interessamento del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca cattolico di Gerusalemme e l’aiuto delle suore dell’Hogar Niño Dios di Betlemme, il laboratorio di ostie della parrocchia della Sacra Famiglia vede coinvolte diverse persone. «Noi, come Fondazione – precisa Mosca Mondadori – sosteniamo la comunità e, in particolare, le persone più bisognose che in questo momento sono praticamente tutte». E aggiunge: «Vorremmo poter andare in quei luoghi, essere il più vicino possibile alla gente di Gaza, specialmente in questo tempo così difficile e triste. Ma vorremmo soprattutto che ci andasse Papa Leone. La sua presenza fisica tra quelle macerie sarebbe un messaggio di pace che nessuno più potrebbe ignorare. E dunque, per favore, caro Papa Leone, vai a Gaza!».
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