Ambiente: cresce il fossil fuel divestment

Ambiente: cresce il fossil fuel divestment

Oggi è la giornata per l’ambiente e mancano pochi giorni al G7 ambiente di Bologna. Sono sempre di più le istituzioni, anche cattoliche, che optano per una scelta concreta: disinvestire da società attive nello sfruttamento di fonti fossili di energia.

Gli ultimi a darne comunicazione sono stati, ieri, i gesuiti australiani. Il superiore Brian McCoy ha annunciato che la Provincia dei gesuiti nel Paese di disinvestire nelle fonti fossili di energia, carbone, petrolio e gas, quindi nelle società attive in questi settori.

Dopo l’uscita degli Stati Uniti dall’accorso sul clima di Parigi e a pochi giorni dal G7 sull’ambiente (10-11 giugno a Bologna), cresce a livello internazionale il movimento per il “fossil fuel divestment”. Sono sempre di più le organizzazioni che, invece di proclami in difesa dell’ambiente, optano per un gesto concreto, scegliendo di disinvestire nelle fonti fossili di energia, carbone, petrolio e gas, quindi nelle società attive in questi settori. E tra di esse, fin dalla prima ora, ci sono diverse organizzazioni religiose.

Nel giro di tre anni (è di febbraio 2015 il primo Global divestment day). questa mobilitazione, rappresentata da diverse campagne nazionali e internazionali, ha visto aderire oltre 700 investitori istituzionali che insieme gestiscono asset per quasi 5,5 trilioni di dollari (5.500 miliardi di dollari). Il mese scorso, dal 5 al 13 maggio si è svolta la Global divestment mobilisation, una settimana di mobilitazione globale con eventi in una quarantina di Paesi del mondo per chiedere in particolare ai grandi investitori istituzionali di abbandonare le società quotate del carbone, petrolio e gas, e di dirottare le risorse così liberate verso le energie rinnovabili e le tecnologie pulite.

Sono diverse le organizzazioni cattoliche che, sulla scia dell’enciclica “Laudato Si'” di papa Francesco, stanno facendo questa scelta. A livello internazionale il Movimento cattolico per il clima riunisce 100 organizzazioni impegnate sul tema e il network 350.org, mette in contatto iniziative in tutto il mondo per il disinvestimento nei carburanti fossili.

In Italia è attiva la campagna #DivestItaly e nell’elenco degli aderenti compaiono 27organizzazioni cattoliche fra cui i Gesuiti italiani, seconda provincia gesuita a disinvestire a livello mondiale (dopo quella canadese), la Comunità Monastica di Siloe (prima comunità monastica cattolica al mondo a disinvestire), l’Arcidiocesi di Pescara e la Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita (Qui le info per aderire).

Il prossimo 8 giugno a Bologna, alla vigilia del G7 Ambiente, si terrà un evento rivolto in particolare alle diocesi italiane, organizzato da Focsiv e il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, insieme alla Diocesi di Bologna e alla Conferenza Episcopale Italiana, alla presenza del Vescovo della città, monsignor Zuppi, e del ministro per l’ambiente Galletti. L’obiettivo è coinvolgere le diocesi italiane nella scelta di disinvestire in aziende coinvolte nello sfruttamento delle fonti fossili.

 

Fra le tante personalità coinvolte nella campagna per il disinvestimento da fonti fossili di energia c’è l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu: qui un suo video-appello.