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«Ascoltava noi donne per superare il clericalismo»

Il ricordo della religiosa brasiliana invitata al Consiglio dei cardinali per parlare delle resistenze alla partecipazione femminile al governo della Chiesa

Sono stata nominata direttore delle Pontificie Opere Missionarie del Brasile alla fine del 2022, prima donna ad assumere questo ministero. Sono stata una delle tante che Papa Francesco ha collocato in posizioni precedentemente occupate solo dal clero. Su  130 direttori delle Pontificie Opere Missionarie nel mondo, attualmente siamo solo sette donne.

Il mio primo incontro con lui è avvenuto all’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie a Roma il 25 maggio 2023. Quando fu il mio turno di salutarlo, riuscii solo a borbottare: «Papa Francesco, noi dal Brasile preghiamo per lei». E lui mi ha risposto, in portoghese: «Deus te abençoe» cioè «Dio ti benedica». Una parola paterna e gentile. Invocava la bontà di Dio su di me, sul lavoro affidatomi, sul cammino missionario della Chiesa in Brasile.

L’ho incontrato nuovamente il 15 aprile 2024. Nell’ambito del Sinodo sulla sinodalità avevo ricevuto un invito inaspettato da suor Linda Pocher, salesiana e teologa, incaricata di organizzare quattro incontri per aiutare lui e il suo Consiglio dei cardinali (C9) ad approfondire alcune questioni relative alla partecipazione delle donne alla vita della Chiesa. Ho accettato di partecipare con timore e tremore. Con altre donne, laiche cristiane docenti di teologia, bibliste e una giornalista, abbiamo preparato il contributo che ho presentato alla riunione del C9.

L’incontro a Casa Santa Marta è durato un’intera mattinata. Poiché il tema riguardava l’impatto della cultura sul riconoscimento della partecipazione delle donne nella Chiesa, abbiamo invitato i cardinali a intervenire per primi per vedere quale fosse la loro percezione dell’argomento, in base alle diverse culture che rappresentavano. Papa Francesco ha seguito tutto da vicino, ascoltando con attenzione. Le due domande che ha posto hanno rivelato i suoi interessi: «Secondo lei, qual è la ragione principale della resistenza incontrata nel riconoscere la partecipazione delle donne?». E la seconda: «Quali sono le radici del clericalismo?». Durante una pausa sono stata felice di vedere il Papa avvicinarsi a me. Ha scherzato, come era solito fare con i brasiliani, chiedendomi se era vero che per noi la cachaça era acqua… Infine mi ha detto: «Non ti dimenticherò, perché anche mia mamma si chiamava Regina».

Il terzo incontro – l’ultimo – è avvenuto ancora durante l’udienza delle Pontificie Opere Missionarie il 25 maggio 2024. Quando mi sono avvicinata, gli ho offerto un libro sulle esperienze missionarie dei seminaristi in Brasile; mi ha fatto alcune domande mostrando interesse per l’iniziativa. Poi mi ha preso le mani e mi ha detto: «Qui in Vaticano, in mezzo a tanto bianco e nero, i colori del tuo vestito mi hanno messo allegria!».

Comunione, creatività e tenacia: c’era tutto questo nella sua missione, nel suo desiderio di incontrare tutti, soprattutto i più poveri, quelli che non vengono ascoltati. Ha lasciato la testimonianza della santità missionaria di chi ha vissuto in profonda intimità con la Trinità, Dio amore in costante uscita missionaria verso il mondo.

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