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Brasile, rapina alla casa del Pime di Ibipora

Due banditi, armati e incappucciati, sono entrati nella casa dove risiedono i padri anziani dell’istituto nello Stato del Paranà. Nell’azione è rimasto livemente ferito padre Jaime Coimbra (un taglio alla testa prontamente medicato). Anche la mancanza di sicurezza in Brasile è un aspetto della realtà che i missionari sono chiamati a condividere con la gente loro affidata
  Non sono di certo giorni fortunati per i missionari del Pime in Brasile. Dopo l’aggressione a padre Dennis Koltz a Macapá, nelle ultime ore si è purtroppo registrata una rapina nella casa di Ibiporã, nello Stato del Paraná. Due banditi, armati e incappucciati, sono entrati nella casa (dove risiedono i padri anziani dell’istituto che hanno dedicato la loro vita alle missioni brasiliane) alla ricerca di beni e soldi e hanno minacciato una infermiera che lavora all’interno della struttura. I due sono riusciti a scappare con un bottino di circa 4mila reais e con una macchina di proprietà dell’istituto, a servizio della casa. Nell’azione è rimasto ferito (un taglio alla testa che poi è stato prontamente medicato) padre Jaime Coimbra, missionario brasiliano che coordina l’animazione missionaria e la pastorale vocazionale. È stato proprio padre Jaime a raccontare alla stampa locale quanto avvenuto e a rassicurare poi tutti gli amici e i conoscenti (tramite la pagina Facebook dell’associazione degli Amici del Pime di Ibiporã) che lui e tutti i padri e i funzionari della casa, presenti durante l’assalto, stanno bene. Nello stesso messaggio, padre Jaime ha chiesto una preghiera e un ringraziamento a Dio per il dono della vita. La sicurezza, in Brasile, è un tema caldo e delicato. E la mancanza di sicurezza è una realtà che tutti i missionari condividono con le popolazioni locali, dovendo costantemente prestare attenzione. Secondo una ricerca dell’Ocde (Organização para a Cooperação e Desenvolvimento Econômico), fino a due anni fa il numero delle rapine in Brasile era due volte maggiore della media mondiale: secondo questa analisi, nel 2016 quasi l’8 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere stata vittima di una rapina negli ultimi 12 mesi. I numeri sono in leggero calo nell’ultimo biennio, ma si tratta pur sempre di cifre “da guerra”: i dati ufficiali del Governo dicono che nel 2018 sono state assassinate 51.558 persone, mentre nel 2019 le morti violente sarebbero state 41.635.

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