Honk Kong: in fila per le condoglianze

In questi giorni i cattolici di Hong Kong fanno la fila per firmare il libro delle condoglianze e si continua a pregare per il nuovo Papa, segno della radicata devozione e fedeltà ai successori di Pietro di questa Chiesa in terra di Cina
Ero presente in piazza San Pietro, la sera del 13 marzo 2013. Ero tornato a Roma per un mese, da Hong Kong, perché membro della commissione per la preparazione dell’Assemblea Generale del Pime, che si sarebbe tenuta pochi mesi dopo. Nel tardo pomeriggio di quel giorno, con un paio di confratelli, siamo andati in piazza per assistere alla “fumata”, che inaspettatamente – si era solo al secondo giorno del Conclave – fu bianca. In breve, la piazza si riempì di gente; c’era aria di festa e mentre si aspettava che venisse annunciato il nome del nuovo vescovo di Roma, un confratello missionario nelle Filippine, padre Simone Caelli, ci confidò: «Sarebbe bello se si facesse chiamare Francesco». E Francesco fu.
Per la prima volta in quel conclave che elesse Francesco c’era un cardinale cinese, John Tong, vescovo di Hong Kong. Al mio ritorno in questa grande metropoli asiatica ho subito notato come la gente della parrocchia si sentisse immediatamente compresa e accompagnata dal nuovo Papa, che usava immagini semplici e famigliari per comunicare il cuore del messaggio evangelico: Dio è Padre di misericordia e noi siamo tutti fratelli e sorelle “misericordiati”.
Personalmente poi, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, sono stato uno dei “missionari della misericordia” istituiti dal Papa con il compito di essere testimone e facilitatore dell’esperienza del perdono anche per i più lontani. E da questo punto di vista ho potuto sperimentare il grande impatto affettivo e di fede che quell’Anno ha avuto su tante persone. Ho incontrato centinaia di fedeli, preti e laici, che son venuti a Hong Kong dal continente per celebrare il sacramento della riconciliazione.
Nei due incontri che in questi anni Francesco ha voluto avere con noi “missionari della misericordia” ho potuto constatare l’importanza che dava a questo nuovo ministero che, in seguito, avrebbe reso stabile nella Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium”, sulla riforma della curia romana. La sua preoccupazione era che a tutti – tutti! – fosse data la possibilità di riconciliarsi e ricominciare un percorso di fede e di speranza.
In questi giorni i cattolici di Hong Kong fanno la fila per firmare il libro delle condoglianze che è stato approntato nella cattedrale dell’Immacolata Concezione. Il primo firmatario è stato il cardinale Stephen Chow Sau-yan, vescovo di Hong Kong, che sarà presente in conclave anche come rappresentante di tutta la Chiesa cinese. Intanto, si continua a pregare per il nuovo Papa, segno della radicata devozione e fedeltà ai successori di Pietro di questa Chiesa in terra di Cina.
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