Dopo l’Arabia Saudita il cinema anche in Kashmir?

Dopo l’Arabia Saudita il cinema anche in Kashmir?

La mossa di Riyadh fa discutere anche in India dove nello Stato nord-occidentale teatro del conflitto con gli indipentisti islamici da trent’anni le sale sono chiuse dopo una serie di attentati delle milizie islamiste. Ma i film di Bollywood sono scaricatissimi on line

 

A marzo 2018 anche in Arabia Saudita si potrà finalmente andare al cinema. Ma la stessa cosa potrà succedere di nuovo anche in Kashmir? La nuova mossa della casa reale saudita – che sta puntando sul consenso dei giovani per rafforzare la propria immagine riformista, in un momento di tensioni nel Paese – sta facendo discutere anche fuori dai confini del Medio Oriente. Perché tra i pochi angoli del mondo dove le sale cinematografiche sono tabù resta dirimanere uno Stato di quell’India che con il Bollywood è oggi uno dei simboli del grande schermo di oggi. Anche nella provincia nord-occidentale del Jammu e Kashmir – regione ai piedi dell’Himalaya a maggioranza musulmana e teatro di un lungo conflitto tra New Delhi e gli indipendentisti locali – i cinema restano chiusi. È così da trent’anni, dopo che gli islamisti li presero di mira con una serie di attentati perché identificati come un simbolo da colpire.

Adesso però che anche la rigidissima Arabia Saudita apre a questa forma di arte, il dibattito si riapre anche in Kashmir. Come racconta l’agenzia UcaNews la governatrice locale Mehbooba Mufti, che appertiene al Bjp – il partito del premier indiano Narendra Modi – ha diffuso un tweet in cui loda la scelta di Riyadh. E alcuni partner della sua coalizione chiedono espressamente che le sale riaprano anche in questa zona dell’India. Gli indipendentisti restano però rigidamente contrari e il loro leader Syed Ali Geelani, non esita a definire la mossa di Mohammed bin Salma come «contraria all’islam». «È una sfortuna – sostiene – che l’attuale elite dominante nel paese che è Custode della Mecca e di Medina autorizzi e promuova una cultura oscena».

Per questo il vero timore è che l’eventuale riapertura dei cinema in Kashmir diventi l’occasione per una nuova ondata di attacchi jihadisti alle sale. Trasformando i cinema in un nuovo obiettivo del terrorismo non solo in India. Per cui è molto più probabile che prosegua il paradosso di oggi che vede le pellicole di Bollywood in realtà scaricatissime on line in Kashmir ma senza alcuna possibilità di spettacoli pubblici.