Argentina, verso gli altari il «Negro Manuel»

Argentina, verso gli altari il «Negro Manuel»

L’arcivescovo di Buenos Aires ha annunciato l’apertura della causa di beatificazione dello schiavo di origini africane all’origine della devozione alla Madonna di Lujan, patrona dell’Argentina

 

Dopo santa Giuseppina Bakhita un altro schiavo africano condotto dalla tratta in un Paese lontano potrebbe presto salire all’onore degli altari. L’arcivescovo di Buenos Aires, Mauro Aurelio Poli, ha infatti annunciato l’apertura del processo di beatificazione del negro Manuel, il servo originario di Capo Verde alla cui storia è legata nel Seicento l’origine della devozione alla Vergine di Lujan, l’immagine mariana più venerata dell’Argentina, a cui anche papa Francesco è molto legato.

L’apertura del processo canonico è certamente un modo per sottolineare il significato spirituale di Lujan, meta ogni anno di milioni di pellegrini e dalla metà degli anni Settanta anche del pellegrinaggio dei giovani che Bergoglio ogni anno guidava personalmente. Non a caso, insieme a quella del negro Manuel, il cardinale Poli ha annunciato l’apertura della causa di beatificazione anche per padre José María Salvaire, un religioso argentino che nell’Ottocento è stato colui che ha fatto costruire l’attuale santuario facendo ulteriormente crescere la devozione alla Madonna di Lujan.

Ma proporre come esempio di santità il negro Manuel non può oggi non assumere anche un significato particolare in un mondo di nuovo così drammaticamente segnato dal fenomeno della tratta degli esseri umani. Manuel era nato infatti nel 1604 a Capo Verde, allora colonia portoghese e triste crocevia del commercio degli schiavi. A 25 anni era stato venduto e condotto in Brasile al servizio del capitano portoghese Andrea Juan. Nel nuovo Paese aveva anche ricevuto il battesimo nella notte di Natale del 1629. Pochi mesi dopo, poi, il capitano Juan era partito per una missione particolare: portare un’immagine della Vergine Immacolata all’amico Antonio Farías de Sáa, che l’aveva chiesta per una cappella che stava costruendo a Sumampa, nella regione di Santiago del Estero. Quando però sbarcò a Buenos Aires, trattenuto da altre commissioni, Andrea Juan delegò al fidato negro Manuel il compito di completare via terra la consegna. Ma al secondo giorno di marcia, quando il carro su cui viaggiava l’immagine giunse presso il rio Lujan, i buoi si fermarono e non ne vollero più sapere di continuare la marcia. Fu allora proprio Manuel a interpretare il segno dicendo che era la Madonna ad aver scelto di fermarsi proprio lì.

Il servo cercò la casa più vicina e vi portò l’immagine collocandola lì su un piccolo altare. Toccato profondamente da quel prodigio Manuel chiese al proprio padrone di poter consacrare la sua vita a quel luogo, desiderio al quale Andrea Juan acconsentì. Nacque così la devozione verso la Vergine di Lujan, da un altro uomo molto semplice come l’indios Juan Diego di Guadalupe.

Un uomo che – poi, a Lujian – avrebbe sposato una donna creola chiamata Beatriz, anche lei serva di una famiglia: ebbero pure dei figli. Ma Manuel restò sempre il custode della devozione alla Madonna; l’amico degli ammalati che cominciarono presto a salire a Lujan per chiedere l’intercessione della Vergine. Li aiutava a ungersi con l’olio della lampada che ardeva davanti all’immagine e fu testimone di numerose guarigioni, fino alla sua morte avvenuta nel 1686.