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Leone XIV: «No all’uso della fame come arma di guerra»

Duro richiamo del Pontefice alla Conferenza della Fao: «Enormi masse di persone soccombono al flagello della fame. E mentre i civili languono nella miseria, i leader politici ingrassano con i profitti del conflitto»

AsiaNews – «Assistiamo con angoscia all’uso iniquo della fame come arma di guerra. Questo porta enormi masse di persone a soccombere al flagello della fame, con l’aggravante che, mentre i civili languono nella miseria, i leader politici ingrassano con i profitti del conflitto». È una forte denuncia dell’utilizzo del cibo come arma nei conflitti – come succede da mesi nella Striscia di Gaza ma anche, ad esempio, nelle regioni colpite dalla doppia piaga della guerra e del terremoto in Myanmar o in molte regioni dell’Africa – quella che Leone XIV ha lanciato oggi in un messaggio alla Fao, in occasione della Conferenza che si tiene a ottant’anni dalla fondazione di questo organismo dell’Onu.

«Far morire di fame è un modo economico per combattere – scrive il Pontefice -. È per questo che oggi, mentre la maggior parte dei conflitti non è combattuta da eserciti regolari ma da gruppi di civili armati con poche risorse, incendiare i campi, rubare il bestiame, bloccare gli aiuti sono tattiche sempre più usate da chi vuole controllare intere popolazioni disarmate. In tali conflitti, i primi obiettivi militari diventano le reti idriche e le vie di comunicazione. Gli agricoltori non riescono a vendere i loro prodotti in contesti minacciati dalla violenza, e l’inflazione esplode».

Nel messaggio Prevost ricorda che «sebbene siano stati compiuti alcuni passi significativi, la sicurezza alimentare globale continua a peggiorare, rendendo sempre più improbabile il raggiungimento dell’obiettivo ‘Fame Zero’ dell’Agenda 2030. Sebbene la Terra sia in grado di produrre cibo sufficiente per tutti gli esseri umani, e nonostante gli impegni internazionali per la sicurezza alimentare, è doloroso constatare che tanti poveri del mondo ancora non hanno il pane quotidiano».

Sulla fame, Leone XIV chiede di «passare dalle parole ai fatti, mettendo al centro misure efficaci, ponendo fine all’epoca degli slogan e delle promesse ingannevoli. Non dobbiamo dimenticare che, prima o poi, dovremo dare spiegazioni alle future generazioni, che riceveranno un’eredità fatta di ingiustizie e disuguaglianze se non agiremo ora con saggezza».

Il Papa sottolinea inoltre il legame tra i sistemi alimentari e i cambiamenti climatici: «Produrre cibo non basta. È anche importante assicurare che i sistemi alimentari siano sostenibili e forniscano diete sane e accessibili a tutti, ripensando e rinnovando i nostri sistemi alimentari, in un’ottica di solidarietà». Ma tutto è questo è impossibile – spiega ancora Prevost – quando «risorse finanziarie e tecnologie innovative vengono deviate dallo sradicamento della povertà e della fame verso la produzione e il commercio di armi. Così facendo, si promuovono ideologie discutibili mentre le relazioni umane si raffreddano, svuotando la comunione e soffocando la fraternità e l’amicizia sociale».

Di qui la centralità dell’impegno per la pace: «Desidero assicurarvi che la Santa Sede sarà sempre al servizio della concordia tra i popoli e non si stancherà mai di cooperare per il bene comune della famiglia delle nazioni, con particolare attenzione per gli esseri umani più afflitti, che soffrono fame e sete, e anche per quelle regioni remote che non riescono a risollevarsi dalla prostrazione a causa dell’indifferenza di coloro per i quali l’esercizio della solidarietà dovrebbe essere il segno distintivo della propria vita. Con questa speranza, e come voce di tutti coloro che nel mondo sono colpiti dalla miseria, prego Dio Onnipotente affinché il vostro lavoro porti frutto e sia di beneficio per i più svantaggiati e per l’umanità intera».

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