A Ventimiglia il primo passo verso Lisbona

A Ventimiglia il primo passo verso Lisbona

CON IL PIME ALLA GMG / 1
Il diario dei 70 giovani che partecipano a “Crossroads”, l’itinerario promosso dall’animazione missionaria del Pime per unirsi all’incontro dei giovani di tutto il mondo con papa Francesco. Prima tappa sulla frontiera, per incontrare gli operatori della Caritas che offrono dignità a chi cerca di attraversare una delle frontiere più rigide d’Europa.

 

Giovani, in cammino, in fretta. Pronti a scoprire e riscoprire noi stessi e la nostra fede, secondo il consiglio affidatoci dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Con queste premesse ci siamo messi in strada verso Lisbona. Oltre 70 ragazzi provenienti da tutta la diocesi, in cammino per un percorso promosso dal Pime che ci farà ‘incrociare’ tante storie, testimonianze e vite. Per questo il nostro viaggio si chiama ‘Crossroads’, ovvero ‘incroci’: prima di Lisbona infatti faremo sosta a Marsiglia, Barcellona e Madrid (più altre tappe intermedie), dove entreremo in contatto con molte persone e con la loro vocazione, manifestata efficacemente nella loro vita quotidiana.

Il nostro viaggio è partito dal Centro PIME di Milano, dopo esserci affidati a Maria, icona della GMG 2023. Prima tappa Ventimiglia, dove abbiamo sentito la testimonianza toccante degli operatori della Caritas Intemelia, che vivono ogni giorno tutte le difficoltà di un territorio ‘di frontiera’.

“Viviamo delle situazioni drammatiche, ed è difficilissimo fronteggiare il fatto che noi possiamo fare solo una piccolissima parte per aiutare chi migra, senza poter fare di più. Vorremmo tutti dare di più, ma siamo umani dopotutto. Come affronto il fatto che dopo di noi le persone più fragili possono subire violenze o anche morire vittime di trafficanti di uomini o peggio? Prego, prego molto” ha spiegato Cristian Papini, direttore della Caritas, che insieme a Marina ci ha lasciato la sua testimonianza.

“Siamo attivi sul territorio dal 1991, un territorio di frontiera: da sempre siamo stati vicini ai migranti, ma la situazione è cambiata molto quando nel 2015 la Francia sospese i trattati di Schengen. Da lì abbiamo attivato moltissimi servizi di prossimità per i migranti, che sono aumentati moltissimo. Il nostro più grande traguardo è stato aver aperto il campo di accoglienza ‘Roia’, per dare un luogo dignitosamente accogliente a chi passava da Ventimiglia. Di passaggio infatti sono la stragrande maggioranza dei migranti che incontriamo: molti vogliono raggiungere altri Paesi europei, principalmente Francia, Germania e Regno Unito. Attualmente siamo in grado di offrire un servizio unico di assistenza alimentare, sanitaria e giuridica grazie alla collaborazione con altre realtà del territorio”.

Una prossimità che è stata ispirata e sostenuta anche dal vescovo Antonio Suetta, dal 2014 alla guida della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, che abbiamo incontrato nella chiesa di Sant’Agostino. “Come operatori di prossimità dobbiamo certo aiutare le situazioni di prima emergenza, ma dobbiamo anche essere in grado di vedere in prospettiva. Sono un albenganese, e ricordo quando negli anni 80 la piana attirava tanta manodopera straniera. All’epoca il fatto era problematico sia per la popolazione locale che per quella immigrata: ora invece gli immigrati di seconda o terza generazione si sono perfettamente integrati. Credo che sia un modello virtuoso e che debba servire da monito per la nostra azione sul territorio”.

La splendida testimonianza ha interpellato profondamente molti di noi, e ci ha fatto toccare con mano una realtà che spesso possiamo ricevere solo col filtro della grande informazione. Salutato il vescovo ci siamo rimessi in viaggio verso Marsiglia, e una volta arrivati abbiamo preso alloggio presso le strutture della chiesa di Notre Dame du Mont dove abbiamo anche celebrato la prima messa del pellegrinaggio. “Forse abusiamo del termine ‘confort zone’, ma vorrei comunque usarlo in questa omelia. Siate in grado di lanciarvi all’avventura”, ci ha suggerito padre Alessandro durante l’omelia. Il programma prevede tre pernottamenti presso la città francese, che visiteremo alla ricerca di altre testimonianze. Il 30 luglio poi ripartiremo alla volta di Barcellona via Narbonne.