Persone con disabilità, ogni vita conta
I numerosi progetti di Sostegno a distanza rivolti a ragazzi con disabilità in diversi Paesi del mondo hanno promosso una visione nuova: ogni individuo ha un valore inestimabile
Ancora in troppi Paesi nascere con una disabilità significa essere condannati all’emarginazione e all’abbandono. Nei contesti in cui i diritti fondamentali – come l’istruzione e la salute – non sono garantiti per nessuno, a maggior ragione i bambini con fragilità fisiche o cognitive diventano invisibili. Troppo vulnerabili per lavorare, troppo difficili da gestire per la scuola, troppo impegnativi da accudire per famiglie già provate: così finiscono ai margini, spesso nascosti, a volte rifiutati.
Proprio a partire da questa consapevolezza, la Fondazione Pime ha scelto di impegnarsi in modo sempre più deciso a favore delle persone con disabilità, in particolare dei più piccoli. Attraverso i programmi di Sostegno a distanza, con l’aiuto dei missionari e del loro prezioso lavoro di relazione con le comunità locali, in diversi Paesi sono attivi progetti mirati a restituire dignità, diritti e opportunità a bambini e ragazzi con disabilità fisiche, sensoriali o cognitive. Come? Promuovendo percorsi personalizzati di cura, educazione, riabilitazione e soprattutto di inclusione ma, sopra ogni altra cosa, restituendo loro uno sguardo: quello che riconosce la persona prima della sua condizione.
È successo così per Francisco, un ragazzo di 21 anni con disabilità fisiche e cognitive che vive a Bissorã, in Guinea-Bissau. Grazie a un percorso di inclusione scolastica, Francisco ha ricominciato a sorridere e, in una realtà dove mancano figure professionali in grado di elaborare diagnosi mediche, anche solo il contatto quotidiano con i compagni gli ha permesso di riprendere l’uso della parola, di comunicare, di interagire. Di tornare ad avere una vita, fatta di relazioni.
Anche tra le montagne del Nord della Thailandia, nella regione di Mae Suay, provincia di Chang Rai, il progetto “Spirito che dona vita”, supportato dall’Area Sostegno Missioni della Fondazione Pime e accompagnato da padre Massimo Bolgan, risponde a una precisa richiesta di aiuto. In un contesto culturale dove i bambini con disabilità vengono rifiutati e allontanati, l’avvio di un centro fisioterapico attrezzato, il supporto educativo e percorsi di sensibilizzazione per le famiglie stesse hanno portato una visione nuova: ogni vita ha un valore inestimabile, indipendentemente dalle condizioni fisiche o mentali.
Oggi sono circa quaranta i bambini seguiti, alcuni dei quali riescono a frequentare scuole specializzate o corsi professionali, migliorando concretamente la loro qualità di vita e la loro integrazione nella comunità a cui appartengono. In questi casi, il Sostegno a distanza non è solo un contributo economico: è un legame, una scelta di condivisione. Ogni bambino inserito nel programma è preso in carico e assistito da un’équipe locale che costruisce con lui – e con la sua famiglia – un progetto educativo e riabilitativo su misura.
Scegliere di sostenere un bambino con disabilità significa abbracciare una delle fragilità più profonde e trasformarla in risorsa. Significa credere che, anche se non si può camminare, scrivere o parlare, si hanno pari diritti e sogni, si ha la stessa voglia di futuro; perché non c’è giustizia, né pace, se non c’è spazio per chi è fragile e perché la presenza delle persone con disabilità ci ricorda – a ogni latitudine – che la vita non si misura in termini di efficienza e prestazione, ma per la ricchezza di relazioni e amore. Papa Francesco lo disse con parole chiare: «Una società che non accoglie i disabili, che non sa riconoscere in loro una ricchezza, è una società povera».
Ogni storia di vita che rinasce diventa un seme di speranza anche per altri: in Bangladesh, in Camerun, in Guinea-Bissau, in Thailandia, ogni bambino con disabilità sostenuto è una piccola luce che si accende nel buio della marginalità. A volte basta poco: una seduta di fisioterapia, un abbraccio, una scuola che apre le porte, un traguardo raggiunto o da raggiungere.
Il cambiamento è possibile, ma ha bisogno di molti. Di chi mette tempo, energie, competenze e di chi sceglie di condividere qualcosa della propria vita con chi è più fragile. I progetti di Sostegno a distanza della Fondazione Pime sono uno strumento semplice e concreto per farlo, un modo per dire a tanti bambini con disabilità: «Anche tu puoi».
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