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Icona decorativa, Icona decorativa16 Luglio 2025 Redazione

Costruire una fraternità sempre più bella e solida

Al termine della loro Assemblea generale, i missionari del Pime condividono una riflessione sui pilasti che sostengono il carisma dell’Istituto per essere sempre più «tutti e solo missionari». Ecco il loro messaggio

Carissimi Confratelli e Amici,

al termine dell’Assemblea Generale, portiamo nel cuore un’esperienza viva di fraternità e di cammino condiviso. In questi giorni, non abbiamo semplicemente discusso, votato o programmato – abbiamo abitato uno spazio comune di ascolto, di dialogo sincero, di confronto generoso. Senza negare le divergenze emerse su vari temi, abbiamo avuto a cuore di costruire una fraternità sempre più bella e solida, che arricchisce il nostro Istituto. Questo stile di presenza reciproca è già missione.

L’insieme non è una somma di parti, ma una visione comune. In questo senso, abbiamo ritrovato nell’espressione latina “in unum” l’equivalente del nostro modo di comprendere e vivere l’insieme.

La proponiamo a tutto l’Istituto accanto agli altri tre pilastri del nostro carisma missionario.

Le parole di Papa Leone XIV, nel messaggio all’inizio dell’Assemblea Generale, ci hanno di fatto guidato nel discernimento «sotto l’azione dello Spirito Santo per operare con maggior vigore nella Chiesa e nel mondo», dedicandoci «interamente all’annuncio del Vangelo e alla promozione umana» per essere «luce nelle tenebre del male che offusca la bellezza della vita eterna».

In questo cambiamento d’epoca, segnato dal post-umanesimo, la nostra riflessione assembleare ha affrontato le situazioni e le sfide, emerse dal comune cammino compiuto in questi anni in preparazione all’Assemblea, così come sono state raccolte nell’Instrumentum Laboris sotto le tre dimensioni dell’identità, responsabilità e libertà.

In diversi momento, si è riproposta una certa tensione tra il “centro” e le “periferie” del nostro Istituto, cioè tra le esigenze globali del nostro essere una sola famiglia e il declinare il nostro carisma nei contesti locali dove lavoriamo come missionari. Si tratta di una sfida che ha sempre caratterizzato la nostra famiglia interculturale e che può essere molto benefica se affrontata in un clima di stima e confronto generoso e schietto.

Tutto ciò sarà possibile se, come singoli e comunità, continuiamo a formarci dall’inizio della nostra chiamata e per tutta la vita, focalizzandoci costantemente su Cristo, rafforzando la nostra vocazione missionaria, perché il Vangelo sia annunciato a chi ancora non lo conosce. Ricordarci della centralità del rapporto con il Cristo non è mai scontato, è Lui infatti la ragione centrale della nostra vita missionaria.

Riconosciamo come grazia le vocazioni che il Signore ci sta donando e con speranza continuiamo a ripensare le nostre presenze, rafforzando allo stesso tempo la preghiera e l’animazione vocazionale, nella fiducia che Dio non farà mancare operai per il suo Regno. Accanto a noi camminano donne e uomini che condividono la stessa passione per il Vangelo, annuncio di pace e di giustizia. La collaborazione con tanti laici è un dono immenso. Non siamo soli: siamo parte di una rete viva, intelligente e profetica.

«Pensate in grande la missione… l’umanità è una sola grande famiglia» è l’invito che ci ha rivolto il Papa nell’udienza che ci ha concesso a fine Assemblea, ed è l’auspicio che ci rivolgiamo gli uni gli altri per essere sempre più “tutti e solo missionari”!

I missionari del Pime riuniti in Assemblea

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