«La nostra rete per mettere in pratica la Laudato Si’»

«La nostra rete per mettere in pratica la Laudato Si’»

A Bruxelles domani il primo “Laudato Si’ Reflection Day”. A organizzarlo è il Movimento cattolico globale per il clima

«Domani si terrà a Bruxelles il primo Laudato Si’ Reflection Day. Ci incontreremo con le tre reti europee delle conferenze episcopali per riflettere su un nuovo modello di economia, che risponda alla sfida lanciata da papa Francesco nella Laudato Si’». A dirlo a Mondo e Missione è Tomás Insúa, direttore esecutivo del Movimento cattolico mondiale per il clima (The Global Catholic Climate Movement, Gccm), una coalizione che ha messo in rete in tutto il mondo organizzazioni cattoliche impegnate nella difesa del creato. E che, a poco più di tre anni dalla sua fondazione, continua a crescere rapidamente in tutti i continenti.

Tomás Insúa

Oggi è la giornata mondiale dell’ambiente indetta dall’Onu e domani a Bruxelles il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, insieme alle tre reti europee delle conferenze episcopali (COMECE, CCEE, Justice and Peace Europe), organizza il primo “Laudato Si’ Reflection Day” a livello europeo sul tema della “Finanza sostenibile in Europa e nella Chiesa” (qui il programma dell’evento).

L’incontro sarà l’occasione per approfondire il ruolo della Chiesa cattolica nella promozione della finanza sostenibile rispondendo all’urgente invito all’azione per un’inversione di rotta lanciato da Papa Francesco nella Laudato Si’ e coinvolgerà rappresentanti delle Conferenze Episcopali Europee ed istituzioni cattoliche (diocesi, ordini religiosi, banche, università e organizzazioni della società civile). Con la presentazione delle migliori pratiche, le istituzioni cattoliche mostreranno impegni concreti in termini di finanza sostenibile con particolare riferimento al processo di disinvestimento dai combustibili fossili.

Lanciato nel 2015 da 15 organizzazioni, fra cui l’arcidiocesi di Manila nelle Filippine, il Movimento cattolico mondiale per il clima aggrega oggi oltre 650 realtà, fra cui diocesi e arcidiocesi, istituti religiosi e congregazioni come i francescani e i gesuiti, enti non governativi. «In molti Paesi c’erano già organizzazioni cattoliche impegnate per l’ecologia e la tutela del creato. L’idea è stata semplicemente quella di metterle in contatto – spiega Insúa -. Su sfide di vitale importanza che riguardano il nostro pianeta è importante agire in fretta ma anche agire insieme, perché fenomeni come quello del riscaldamento climatico riguardano un mondo interconnesso».

Il Gccm ha una struttura snella, con 11 persone che fanno parte del team di lavoro distribuiti in diversi Paesi e un ufficio presso la sede della Focsiv a Roma. I finanziamenti per le attività della rete provengono per 60% da chi ne fa parte, e per il resto da fondazioni e donatori privati. «Le organizzazioni possono entrare nel network senza versare nessun contributo, ma invitiamo chi può a sostenere le attività», spiega Insúa. Il Gccm è impegnato su tre fronti. Quello della sensibilizzazione, quello spirituale e quello del cambiamento degli stili di vita. «Nel primo ambito, la principale campagna che stiamo promuovendo è per il disinvestimento dai combustibili fossili – spiega Insúa -. Chiediamo alle istituzioni, ma anche alle diocesi e agli enti religiosi, di liberarsi di quelle azioni, obbligazioni o fondi di investimento legati a gruppi ed imprese che operano nel settore dell’estrazione e della commercializzazione delle fonti fossili, il cui utilizzo rappresenta una delle cause principali dei cambiamenti climatici provocati dall’attività umana». Il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata della Terra, 35 istituzioni da tutto il mondo, fra cui Caritas Internationalis, tre banche cattoliche tedesche con un bilancio totale di circa 7,5 miliardi di euro, diverse diocesi e altri enti, hanno annunciato il proprio disinvestimento dai combustibili fossili, andando ad aggiungersi ad altre 60 organizzazioni cattoliche che avevano già fatto questa scelta. «Siamo consapevoli di essere in una fase di transizione in cui c’è ancora bisogno del petrolio, ma questo cambiamento segnala in modo chiaro la direzione dove vogliamo andare», afferma Insúa.

Nel 2015, subito dopo la Laudato Si’, il Papa ha instituito per il primo settembre la Giornata di preghiera per il Creato, in comunione con la chiesa ortodossa che già la celebrava in quella data. Il Papa ha anche indicato il periodo dall’1 settembre al 4 ottobre, memoria di San Francesco D’Assisi, come tempo dedicato a pregare e agire per il creato. «Se questo “tempo del creato” fosse vissuto da tutta la Chiesa e diventasse visibile nel mondo sarebbe bello – commenta Insúa -. Per aiutare le parrocchie a farlo stiamo preparando strumenti e sussidi in collaborazione con il Dicastero per lo sviluppo umano integrale». Agire per cambiare i propri stili di vita, sia a livello personale che comunitario, è un’altra proposta del Movimento, che ha pubblicato una Guida per parrocchie ecologiche, che in Italia è stata tradotta da Focsiv, con consigli pratici per ridurre gli sprechi e vivere in modo più sostenibile.