Addio a padre Piero Gheddo

Addio a padre Piero Gheddo

Ci ha lasciati quest’oggi, 20 dicembre, il missionario giornalista, per tanti anni nostro direttore, che con la sua scrittura ha raccontato il mondo della missione. I funerali sabato 23 dicembre, ore 10, presso la chiesa di San Francesco Saverio, in via Monte Rosa 81 a Milano

 

La scomparsa improvvisa di padre Piero Gheddo ci ha colti di sorpresa e ci lascia pieni di dolore. La settimana scorsa padre Gheddo era stato ricoverato all’ospedale San Carlo Borromeo di Milano  per una broncopolmonite, che si è rapidamente aggravata negli ultimi giorni. Il missionario giornalista ci ha lasciati questo pomeriggio verso le 14.30, all’età di 88 anni.

Padre Gheddo, classe 1929, era uno dei più noti e amati padri del Pime, anche per via della sua prolifica produzione di scrittore e giornalista. La sua firma compare infatti su oltre 80 libri e su un incalcolabile numero di articoli e interventi, redatti durante un gran numero di viaggi che lo hanno portato a calcare il suolo di tutti i continenti. Originario di Tronzano Vercellese, missionario del Pime dal 1952 fu destinato dai superiori all’informazione missionaria compito a cui ha dedicato tutta la sua vita. È stato tra i fondatori della casa editrice Emi, dell’agenzia stampa Asianews e di Mani Tese, oltre che direttore di Mondo e Missione dal 1959 al 1994.

Fondamentale nella sua vita fu l’esperienza nella sala stampa del Concilio Vaticano II; da lì cominciarono i suoi incontri con i giganti della Chiesa del Novecento: da Helder Camara a madre Teresa di Calcutta, da Raoul Follereau a Marcello Candia. Innumerevoli i suoi viaggi nelle Chiese di missione e nei Paesi di frontiera; li raccontava nei suoi servizi speciali sulla nostra rivista, a cui proprio lui aveva voluto cambiare nome nel 1969, passando dalla storica testata Le Missioni Cattoliche a Mondo e Missione. Fondamentale anche il suo contributo all’animazione missionaria della Chiesa italiana: insieme a padre Amelio Crotti all’inizio degli Sessanta aveva voluto la fondazione del Centro missionario Pime di Milano. Era stato poi tra i consultori di Giovanni Paolo II per la redazione dell’enciclica missionaria Redemptoris Missio.

Prima che la malattia lo riportasse alla casa del Padre, a dimostrazione della sua tempra di scrittore instancabile, stava lavorando a un nuovo libro dedicato alla storia del Pime. Come responsabile dell’Ufficio storico dell’istituto ne aveva già scritti tanti, ripercorrendo Paese per Paese le gesta dei missionari dal 1850 fino a oggi. Non si stancava mai di ricordare quanto aveva imparato da figure come il beato Clemente Vismara, per quasi settant’anni missionario in Birmania, o padre Aristide Pirovano, vescovo missionario in Amazzonia. Ma ora avrebbe voluto rileggere tutto questo alla luce dell’attualità dell’invito di papa Francesco a essere Chiesa in uscita, come spiegava in questo articolo sul suo blog Armagheddo. Anche a questa presenza on line era affezionatissimo: l’ultimo post l’ha scritto ancora pochi giorni fa dopo il viaggio di papa Francesco in Bangladesh. E significativamente padre Piero riprendeva una lettera di suor Franca Nava, Missionaria dell’Immacolata, sua più stretta collaboratrice per tanti anni.

Di padre Gheddo resta infine la sua autobiografia, pubblicata l’anno scorso con Gerolamo Fazzini per l’editrice Emi, si intitola “Inviato speciale ai confini della fede“. In occasione della sua pubblicazione avevamo pubblicato questo brano dedicato ai martiri del nostro tempo che aveva avuto occasione di incontrare di persona.

«A dispetto di molti drammi nel mondo – diceva nell’intervista a Gerolamo Fazzini che chiude il libro -, divento sempre più ottimista per il futuro e non credo di essere un ingenuo. Vedo gli sterminati popoli che devono ancora ricevere l’annunzio della “Buona Novella” e soffro per l’indifferenza di troppi cristiani di fronte al problema primario: portare l’annunzio di salvezza a tutti gli uomini. Ma vedo anche con chiarezza che Gesù Cristo col suo Vangelo è sempre più l’unica via di salvezza per tutti».

Grazie a parole come queste, scritte dai quattro angoli del mondo, padre Gheddo ha fatto conoscere la vita e le sfide dei missionari, vivendo la fede attraverso la testimonianza.