Nei tempi di prova, il Natale deve diventare segno di speranza e solidarietà
Dai campi profughi del Ciad, l’augurio di fratel Fabio Mussi, missionario del Pime, che ci ricorda l’importanza di «non cedere alla sfiducia, rischiando di diventare inermi di fronte a problemi che sembrano al di fuori della nostra portata»
Come ogni anno, ci prepariamo a celebrare la nascita di Gesù, evento che continua a rappresentare per l’umanità un invito alla speranza e alla pace. Tuttavia, il contesto attuale sembra contraddire questo messaggio: il mondo è attraversato da guerre, sia dichiarate sia nascoste, che coinvolgono ogni continente. L’atmosfera internazionale è segnata da prepotenza, alimentata da poteri economici e politici sorretti da un egoismo esasperato, in netta antitesi con lo spirito di solidarietà che il Natale dovrebbe ispirare. Penso che molti di noi, in questo anno 2025, abbiano qualche difficoltà nel credere che la pace stia realmente prendendo forma. Eppure, nonostante questa situazione scoraggiante, non possiamo cedere alla sfiducia, rischiando così di diventare inermi di fronte a problemi che sembrano al di fuori della nostra portata.
La crisi del Sudan: un’emergenza che continua
Come sapete, dal 2023, ci troviamo ad affrontare un’emergenza umanitaria proveniente dal Sudan, con un costante flusso di rifugiati. Una nuova fase critica si è aperta dall’ottobre 2025, quando le milizie paramilitari ribelli delle Forze di sostegno rapido (FSR) hanno conquistato El Facher, capoluogo del Darfur. Questo evento ha scatenato nuove ondate di sfollati diretti verso le province frontaliere del Chad. In soli due mesi, oltre 200.000 persone hanno cercato rifugio in Ciad; di queste, più dell’85% sono donne e minori. Un elemento che ha colpito in modo particolare è l’arrivo di un elevato numero di minori non accompagnati tra i rifugiati. Durante una visita al Campo di transito di Tiné, a soli 4 chilometri dal confine con il Sudan, i responsabili della Croce Rossa Internazionale e di Medici Senza Frontiere hanno segnalato l’arrivo, negli ultimi giorni, di circa 50 bambini tra i 4 e i 13 anni, soli, senza alcun adulto. La crescita di questo fenomeno desta seria preoccupazione e resta ancora difficile comprenderne appieno le cause.
Interventi concreti per i nuovi sfollati del Sudan
A seguito della visita al campo di Tiné, la delegazione del Vicariato e della Caritas di Mongo ha deciso di intervenire prontamente a sostegno dei nuovi arrivati, vittime dell’ennesima tragedia in Sudan.
Considerando le priorità indicate dai responsabili del campo e le difficoltà logistiche esistenti, grazie al sostegno di diversi amici e sostenitori, alla Caritas Ambrosiana e alla Fondazione Pime, si è optato per un primo intervento mirato alla fornitura di alimenti di base, come cereali, olio, pasta, sale, e all’installazione di lampadari solari, per garantire l’illuminazione notturna del campo. Nei primi mesi del 2026, sono previste ulteriori distribuzioni di coperte, stuoie, zanzariere e materiale essenziale per cucinare. Se avremo risorse sufficienti prevediamo la possibilità di poter offrire una seconda distribuzione di viveri e di materiale per i bisogni familiari agli arrivati nella primavera del 2026. Confidando nell’aiuto della Provvidenza, vorremmo poter offrire sostegno a 800 nuclei familiari e a 200 minori non accompagnati. È sempre poco in rapporto al bisogno, ma è almeno un segno di solidarietà umana e cristiana della nostra e vostra attenzione alle persone.
Gli orti delle donne: un cammino di autonomia e speranza
L’avvio della nuova fase di accoglienza per i rifugiati provenienti dal Sudan si accompagna alla prosecuzione di un progetto particolarmente significativo: il sostegno alle donne rifugiate nei campi di Farchana e Métché, iniziato già nel 2023. Questo impegno si concretizza nell’accompagnamento e nell’aiuto alle donne, sia rifugiate sia appartenenti ai villaggi ospitanti, per la produzione cooperativa di legumi. Il progetto, che inizialmente coinvolgeva 38 gruppi, si è ampliato con l’aggiunta di altri 15 gruppi, segno di una partecipazione crescente e di una risposta positiva da parte delle beneficiarie. Nonostante le difficoltà dovute alle condizioni climatiche, grazie al sostegno di Caritas Ambrosiana e del Centro Missionario Pime di Detroit (USA), la campagna agricola è ora nella fase produttiva e molti dei gruppi sono già riusciti a portare i propri prodotti sul mercato locale. Questo risultato rappresenta un traguardo incoraggiante sia per le donne coinvolte sia per tutti coloro che le supportano. La proposta iniziale è stata compresa a fondo e le donne stanno ora gestendo le attività in modo sempre più autonomo. In un contesto in cui l’aiuto internazionale va progressivamente diminuendo, avere accesso ad un’attività produttiva che garantisce un sostegno concreto alle famiglie diventa essenziale per affrontare il futuro con maggiore serenità e fiducia. Anche il nuovo intervento, che è stato avviato nel campo di transito di Tiné, risponde a un bisogno urgente, ma vorrebbe essere anche l’inizio di un percorso di crescita per queste popolazioni, seguendo l’esempio dei gruppi di donne già impegnate nella produzione degli ortaggi
La forza del seme: affrontare le sfide con coraggio e fede
L’esperienza vissuta ci ha portato ad interrogarci se questi non fossero degli obiettivi troppo ambiziosi e impegnativi per le nostre forze e capacità. Tuttavia, è emersa la consapevolezza che non si è soli nell’affrontare queste sfide. Il Vangelo ci offre un’immagine significativa, quella del piccolo seme che, pur tra mille difficoltà, riesce a crescere e diventare un albero capace di dare riparo a molte creature. L’immagine e l’esempio del seme racchiude il desiderio e la determinazione del personale del Vicariato e della Caritas di Mongo, che aspirano ad avere la stessa forza e resilienza del seme per continuare la loro missione di accompagnamento e sostegno agli sfollati e alle comunità locali che li accolgono. Con il contributo e il sostegno di tutti, si potrà far crescere questo seme di accoglienza e solidarietà, fino a vederlo diventare un grande albero capace di offrire protezione e speranza a chi ne ha più bisogno. Noi vorremmo provarci, con pazienza e coraggio, confidando che anche questo rientri nei piani del “Padre che sta nei cieli”.
Un augurio natalizio di speranza e solidarietà.
Concludendo, desidero rivolgere a tutti l’augurio che il Natale possa portare serenità e rinnovata fiducia nella solidarietà, nella speranza e nella capacità di ciascuno di essere protagonista nel costruire un futuro migliore per chi si trova in difficoltà.
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