Nel Paese oggi nell’occhio del ciclone per gli attacchi Houthi nel Mar Rosso, la ong fondata da Asia Al-Mashreqi ha aiutato due milioni di rifugiati di guerra. «Ma il mondo ha lasciato solo il mio popolo», dice la vincitrice del Premio Nansen dell’Onu. Che è la protagonista anche della nuova puntata di Finis Terrae
Sono quasi otto milioni i profughi e gli sfollati sudanesi. Un’emergenza senza fine e sempre più grave, accompagnata da gravi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Ma non si intravvedono vie d’uscita al conflitto civile. Il Pime impegnato con i profughi in Ciad
Dopo l’ultima offensiva dell’Azerbaigian, l’autoproclamata Repubblica autonoma è stata cancellata e centomila abitanti sono fuggiti in massa, soprattutto verso l’Armenia. Dove «la situazione è critica», racconta il presidente della Caritas
Nel Paese devastato dalla guerra civile è nata una nuova comunità cristiana, che accoglie gli sfollati dalle aree più colpite. Il racconto di padre Robert Moe, missionario birmano del Pime rientrato nel suo Paese di origine dopo dodici anni
Evacuati precipitosamente in Pakistan o in altri Paesi, nell’agosto di due anni, fa in seguito alla presa del potere da parte dei Talebani, circa 50 mila profughi afghani potrebbero ora essere trasferiti nelle Filippine, nell’attesa che gli Stati Uniti esaminino le loro domande. Ma alcuni senatori filippini hanno già sollevato dubbi. E intanto i profughi rimangono bloccati e spesso perseguitati
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, l’Unhcr ha reso noto i dati più recenti che raccontano di un mondo dove sempre più persone sono costrette a lasciare le loro terre. L’ultimo scenario di guerra, quello del Sudan, vede impegnato anche il Pime nell’accoglienza dei profughi fuggiti in Ciad
L’ennesimo conflitto scoppiato a metà aprile ha provocato moltissimi morti e costretto centinaia di migliaia di persone alla fuga, aggravando una situazione umanitaria già critica. Il Pime in prima linea per i profughi sudanesi in Ciad
Le riflessioni di una studentessa universitaria che ha partecipato al progetto “Mission Exposure”: «In Giordania, accanto ai profughi siriani e iracheni, ho imparato molto, specialmente dalle persone che avrei dovuto aiutare»