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I vescovi del Brasile: «Piantiamo un albero per ricordare i defunti»

In occasione del 2 novembre la Conferenza episcopale ha lanciato una campagna in cui si si invitano i fedeli a piantare un albero come segno di vita nel giorno della Commemorazione dei defunti. Un gesto per non affollare i cimiteri, ma anche per ricordare la piaga della deforestazione
  Celebrare il giorno della Commemorazione dei defunti piantando un albero, segno di vita. È l’invito che viene dalla Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb) in questo 2020, particolarmente segnato nel Paese dalla perdita di una persona cara a causa della pandemia (a oggi sono quasi 160.000 i morti per Covid in Brasile). Si tratta di un gesto che – come ha spiegato il segretario generale della Conferenza episcopale – vuole essere un omaggio simbolico ai defunti evitando così i tradizionali assembramenti nei cimiteri, soprattutto nelle aree dove il Covid-19 è ancora più diffuso. Ma -nello stesso tempo – i vescovi brasiliani in occasione del 2 novembre vogliono ricordare anche la ferita della deforestazione, così grave oggi in Amazzonia e in altre zone del Brasile. La Cnbb suggerisce di privilegiare le specie native di ciascuna regione e in particolare gli alberi che portano frutto. Così – per esempio – nell’arcidiocesi di Rio de Janeiro il cardinale arcivescovo Orani Joao Tempesta al termine della Messa che presiederà al cimitero pianterà un jequitibá-açu, il grande albero albero simbolo della città di Rio, che è però anche una specie minacciata proprio per via dello sviluppo urbanistico disordinato dell’immensa megalopoli. Anche l’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Steiner, ha invitato tutte le comunità della diocesi a vivere questo gesto in maniera comunitaria al termine delle Messe nella giornata del 2 novembre. «Questa giornata – ha scritto ale comunità – ricorda quanti sono morti, ma ricorda anche a noi che siamo vivi che viviamo della vita offerta da Gesù con la sua morte di croce e resurrezione. Per questo vogliamo ricordare i morti ricordando la vita: la morte dei nostri fratelli e sorelle ma anche la morte della natura. Condividiamo infatti la sofferenza della natura e la sua morte in maniera particolare nella nostra regione amazzonica e nel Pantanal». Nei primi nove mesi del 2020 l’Inpe – l’agenzia spaziale brasiliana – ha registrato più di 7000 chilometri quadrati di deforestazione in Amazzonia; un dato che segna una diminuzione del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma resta ugualmente il secondo più grave livello di distruzione degli alberi della foresta dal 2008.

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