Dopo la pandemia, la Cina punti sulla ripresa verde

OMBRE CINESI
Il rilancio post Covid-19 e l’occasione per investire sulla sostenibilità e le energie rinnovabili. A beneficio del mondo intero

 

La pandemia di Covid-19 ha rappresentato una crisi senza precedenti per il mondo intero e ha trasformato il modo in cui lavoriamo e viviamo, con enormi implicazioni in tutti i settori: economico e politico, sociale e culturale. Come molti esperti e ricercatori sottolineano, si tratta di un momento unico, che i responsabili politici e i leader mondiali devono cogliere per rimodellare l’economia e le politiche globali verso un futuro a basse emissioni di carbonio e rispettoso del clima.

A Pechino, a fine maggio si sono svolte le “Twin Sessions” annuali che hanno riunito i legislatori di tutta la Cina per concordare le politiche e gli obiettivi chiave che guideranno il Paese nel prossimo futuro. Con grande sorpresa di molti, l’importo del pacchetto di stimoli fiscali è inferiore al previsto – circa 897 miliardi di dollari. Inoltre, quest’anno non esiste un obiettivo di crescita del Pil, cosa mai accaduta dal 2002. Quali sono le implicazioni di queste scelte per il pianeta? Si tratta di un passo positivo verso la riduzione delle emissioni e la sostenibilità ambientale, locale e globale?

Negli ultimi quattro decenni, il mondo ha assistito al boom economico della Cina con un enorme miglioramento delle condizioni di vita di molti. Tuttavia, ne constatiamo il costo elevato nel deterioramento della qualità dell’aria, dell’acqua, dell’habitat naturale e nell’aumento di emissioni di carbonio, per le quali il Paese è primo al mondo. Eppure la “civiltà ecologica” è sempre stata definita una priorità dai leader cinesi.

Bisogna valutare quale sia il modello giusto per soddisfare sia le esigenze di sviluppo sia quelle di sostenibilità: in questo senso, l’era post pandemia è un ottimo banco di prova. Per esempio, vedremo se i titoli di Stato locali (che raggiungerebbero i 528 milioni di dollari) saranno usati per i “tradizionali” progetti di mega infrastrutture, come trasporti o ferrovie, il che aumenterebbe inevitabilmente la produzione di cemento e acciaio e l’uso massiccio di combustibili fossili. Verificheremo se il governo punterà sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili, con le relative infrastrutture come capacità di stoccaggio, reti intelligenti e veicoli elettrici, oppure no. L’eliminazione graduale degli impianti a carbone e la sostituzione con fonti di energia a basse emissioni di carbonio sono estremamente importanti se la Cina vuole raggiungere gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi.

A livello globale c’è ottimismo sul fatto che gli stimoli verdi alla ripresa siano la strada giusta sia a breve che a lungo termine. Economisti di fama mondiale hanno mostrato che gli investimenti in progetti sostenibili dopo la crisi finanziaria del 2008 hanno creato più posti di lavoro, prodotto rendimenti più elevati per la spesa pubblica e portato maggiori risparmi a lungo termine. Anche il premio Nobel Joseph Stiglitz e l’economista del clima Nicholas Stern chiedono ai leader mondiali investimenti strategici per affrontare la crisi climatica.

Il tempo stringe, per la Cina e non solo, per cercare soluzioni che possano fermare il riscaldamento del pianeta oltre 1,5° C. La pandemia di Covid-19 deve rappresentare un campanello d’allarme. Se la Cina, con la sua gigantesca influenza economica globale, scegliesse di puntare su una ripresa verde, questo porterebbe benefici per tutti.