Tre strade in famiglia per il dono più atteso

L’EDITORIALE:
Nella grande varietà delle difficoltà familiari, di relazioni e vita di coppia in questo Natale ci sembra quindi di poter offrire tre suggerimenti: preparazione responsabile, generosità e vita spirituale

 

È doloroso prepararsi al Natale con un bambino di tre anni in casa condannato da un tumore al cervello e chissà se ci arriverà. È difficile anche andare incontro alla festa più bella dell’anno quando la mamma che lavora all’estero non chiama più il papà perché ha dato inizio ad una nuova relazione. Anche per la signora abbandonata dal marito, che si è messo con un’altra più di vent’anni fa, il 25 dicembre ricorderà il tempo dei sogni infranti, della grande felicità e della nascita dei figli. Tre storie reali ed emblematiche tra tante che accadono in questi giorni.

Le relazioni tra umani non sono facili. Tanto più se sono prossime ed aspirano ad essere significative. L’unione familiare è certamente la più stretta e come tale richiede un grosso impegno di preparazione e valutazione prima di essere intrapresa. In molti contesti invece è facile notare un quasi totale cedimento all’emotività e al coinvolgimento occasionale. Ne soffriranno in larga misura il benessere psicologico, sociale e culturale delle nuove generazioni, già provate da separazioni forzate per motivi di lavoro, malattia o morte di uno o entrambi i genitori o altre cause impossibili da controllare. Sono certamente più saldi e fecondi i percorsi familiari adeguatamente preparati e confermati da una frequentazione previa prolungata e responsabile.

Sono più solidi anche i nuclei che sviluppano iniziative di solidarietà e attenzione al proprio interno anzitutto, ma anche verso gli altri: adozione o accoglienza almeno temporanea di minori a volte diversamente abili, sostegno a distanza di bambini nei Paesi in via di sviluppo come fanno molti dei nostri lettori, attenzione agli anziani o a forme esplicite di disagio o esclusione sociale (migranti, carcerati, degenti ospedalieri o a domicilio…), volontariato, impegno ecologico, recupero di beni artistici. E tante altre forme che dicono un’alternativa efficace e costruttiva alla dipendenza mediatica di cui invece molte famiglie soffrono nel chiuso della propria soddisfatta opulenza o disperata solitudine a seconda dei casi.

C’è una terza esigenza che si aggiunge alla responsabilità della preparazione e alla cura gli uni degli altri. Ed è il fatto che ogni realtà positiva per vivere ha bisogno di nutrirsi di qualcosa di più grande. Chiamiamolo l’orizzonte di Dio, il respiro spirituale, la dinamica del cuore. Non sarà che tante famiglie perdono il senso del cammino, inciampano e cadono, oltre che per le inevitabile insidie del sentiero (cioè i limiti di ognuno e le avverse circostanze), anche per la difficoltà e il rifiuto ad alzare gli occhi, vedere la bellezza e la varietà della natura, guardare al traguardo davanti a sé, affidarsi a Dio e alla sua parola?

Nella grande varietà delle difficoltà familiari, di relazioni e vita di coppia ci sembra quindi di poter offrire tre suggerimenti, che a nostro parere possono giovare: preparazione responsabile, generosità e vita spirituale. Come redazione di Mondo e Missione e comunità missionaria Pime siamo con ognuno di voi ed ogni famiglia nei giorni in cui celebriamo la povertà e le difficoltà, ma anche la grande generosità e fiducia della famiglia di Nazareth. Buon Natale!