Coronavirus: il volto di Yan Cheng dietro ai numeri su Wuhan

Coronavirus: il volto di Yan Cheng dietro ai numeri su Wuhan

Siamo bombardati da numeri e statistiche sul Coronavirus: sulla sua infettività, sulle probabilità della sua diffusione, perfino sugli effetti che l’epidemia avrà sull’economia. È facile invece dimenticarsi che dietro ai numeri ci sono le persone. Come racconta una storia dolorosa ma piena di fede che ci arriva direttamente da Wuhan

 

Le storie delle singole persone. Inondati di dati e allarmi nelle cronache sull’emergenza Coronavirus i volti di chi si trova davvero in prima linea sono l’ingrediente che tendiamo a non guardare. Per questo rilanciamo una testimonianza molto forte che abbiamo trovato sul sito inglese Independent Catholic News. È la testimonianza di un cattolico di Wuhan che preferisce mantenere l’anonimato. Racconta la storia di una famiglia colpita dal virus e il modo in cui – con dignità e fede profonda – ha affrontato la morte evitabilissima di un figlio affetto da paralisi cerebrale.

 

Yan Xiaowen mi è stato presentato quattro anni fa da un parrocchiano di Wuhan. Al tempo viveva in una delle case più spartane che io avessi mai visto. Era composta da una sola stanza lunga cinque metri e larga quattro, aveva solo una finestra e nessun tipo di riscaldamento. Per cucinare c’era un fornelletto in un lato della stanza. Le decorazioni erano minimali. Un piccolo bagno in calcestruzzo in fondo al corridoio era condiviso con altre persone che vivevano in stanze simili.

In questa piccola casa Yan Xiaowen si è preso cura dei suoi due figli con gioia. Yan Cheng è nato con una paralisi cerebrale e non ha quindi mai avuto la possibilità di parlare o di usare gli arti. Yan Hongwei invece ha l’autismo. La madre è morta dieci anni fa. In questo umilissimo contesto Yan Xiaowen ha vissuto la vita di un padre amorevole in un modo che difficilmente può essere espresso a parole. Di fronte alle sfide della povertà mentre si prendeva cura dei suoi due figli, non si sarebbe mai aspettato che il suo nome  questa settimana sarebbe circolato sui social media in Cina e nei notiziari oltreoceano. Sfortunatamente la ragione è legata all’epidemia del Coronavirus e alle difficoltà del Paese nel far fronte alle conseguenze.

Dopo essere tornati alla loro città d’origine di Huajiahe per festeggiare il Capodanno cinese, è stata un’amara sorpresa per Yan Xiaowen essere messo in quarantena per aver mostrato i sintomi del Coronavirus. Yan Hongwei era con lui quando è andato in ospedale e si è unito a lui nella quarantena. Questo però voleva dire che Yan Cheng è rimasto solo e impossibilitato a fare qualunque cosa per sé. Alle autorità locali era stata subito notificata la situazione e la necessità di fornire aiuto. Ma Yan Cheng è morto il 28 gennaio. Come conseguenza, il sindaco e segretario di partito di Huajiahe è stato rimosso dal suo incarico.

Sui suoi account social Yan Xiaowen ha condiviso una struggente testimonianza di speranza rivolta a sua figlio, che recita: «Figlio mio, su questa terra la tua sofferenza non aveva limiti, ma in paradiso non esistono la fame o la sete, non esiste il freddo, non c’è sofferenza, non c’è dolore, c’è solo amore». Per una famiglia che ha ricevuto il battesimo solo due anni fa, queste sono riflessioni degne di un posto d’onore nella vita della Chiesa.

Fino a una settimana fa non conoscevo nessuno che fosse personalmente affetto dal Coronavirus. La situazione della famiglia di Yan Xiaowen ha cambiato tutto. Due membri di un’altra famiglia che conosco sono in quarantena da domenica, un nonno di 85 anni e suo figlio. La loro grande famiglia allargata si trova ora ad affrontare l’ansia in attesa della possibile comparsa di sintomi. Inutile dire che hanno chiesto preghiere per loro.

La settimana scorsa mi sembra oggi un periodo lontano, mentre sempre più persone si ritrovano in una situazione che sembrano incapaci di evitare.

Continuiamo a pregare per chi ci ha lasciato, per chi ha contratto il virus e le loro famiglie, così come per tutte quelle persone che stanno cercando di risolvere questa emergenza sempre più complessa. Preghiamo in particolare per Yan Cheng, che è sicuramente tra i santi in paradiso, e per suo padre e suo fratello ora in lutto. Hanno portato così tanto con sé per arricchire la vita della Chiesa.

Foto: Flickr / William Sutherland