Narendra Modi e l’India dopo il voto
Per la terza volta consecutiva il leader nazionalista indù guiderà il governo di New Delhi. Ma il calo dei suoi consensi ha anche evidenziato i limiti della sua visione e le gravi fratture presenti nel Paese. A «Finis Terrae» il gesuita indiano padre Cedric Prakash parla delle sfide che restano per la democrazia nell’India di oggi
Alla fine delle elezioni democratiche più grandi del mondo per numero di elettori, l’India ha scelto ancora il leader nazionalista indù Narendra Modi come guida del Paese, anche se con un numero inferiore di consensi rispetto alle tornate precedenti. Diventerà per la terza volta premier, ma stavolta il suo partito BJP non avrà da solo i voti per governare ma dovrà contare sull’appoggio di alcuni partiti regionali suoi alleati. Questo esito elettorale riflette quanto accaduto negli ultimi anni in India con la crisi del delicato equilibrio tra le diverse fedi e culture che la compongono. Padre Cedric Prakash, gesuita e attivista per i diritti umani, racconta alla nostra trasmissione Finis Terrae le sfide più urgenti della società indiana, dal riconoscimento della stessa dignità a tutti i cittadini, comprese le minoranze religiose e le comunità tribali, fino alla giustizia per gli agricoltori. «Abbiamo fatto enormi progressi nel campo della tecnologia, della sanità, delle infrastrutture ma dobbiamo tornare ai valori fondanti della nostra democrazia», spiega padre Prakash. [kad_youtube url=”https://youtu.be/vB21TRZ8K6s?si=1JVFnHVi1nq4PAIi” ]Articoli correlati
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