Al Centro Pime, fedi contro la guerra
Torna, al Centro Pime di Milano, l’iniziativa Preghiere per la pace, che coinvolge esponenti di religioni diverse in un momento aperto ai giovani e alle famiglie
Il Medio Oriente in fiamme e l’Ucraina senza tregua, il Myanmar lacerato e i conflitti che insanguinano l’Africa, a cominciare dal Sudan: in un momento in cui il mondo, più che mai, vede divampare focolai di guerra che coinvolgono milioni di persone, al Centro Pime di Milano ci incontriamo, insieme ad amici credenti di diverse fedi, per invocare tutti insieme la pace. Mercoledì 29 gennaio, alle 18.30, tornerà, per il secondo anno, l’appuntamento con “Preghiere per la pace”. L’evento vuole coinvolgere in particolare le famiglie e i bambini che hanno partecipato ai campi estivi organizzati al Centro missionario ma anche, quest’anno, le ragazze e i ragazzi del progetto Time Out, alcuni dei quali di fede musulmana, che si ritrovano ogni pomeriggio per approfondire insieme ai volontari i loro impegni scolastici. Porte aperte anche ai giovani: ad animare il momento di preghiera sarà il gruppo musicale Diorama, nato all’interno dell’animazione missionaria Pime. E poi naturalmente sono invitati i lettori di Mondo e Missione e AsiaNews e tutti gli amici, i volontari e i sostenitori dei missionari del Pime.
«La pace è il tema che ispira alcune delle principali iniziative dell’anno sociale del Centro Pime – spiega il direttore padre Gianni Criveller – e il mese di gennaio si apre proprio con la Giornata mondiale della pace. Quest’anno poi il Giubileo, incentrato sul tema della speranza, è un forte invito a costruire un mondo di pace e di fraternità: i rapporti tra i popoli devono essere improntati a giustizia, rispetto e riconoscimento reciproco».
All’incontro saranno presenti fedeli cristiani, ebrei e musulmani, ma anche esponenti di altre grandi religioni, accomunati dal desiderio profondo di superare i conflitti che spesso vorrebbero mettere l’una contro l’altra le fedi. «La pace, come la libertà e la giustizia, rischiano di essere intese come belle parole che non hanno più alcun significato – continua padre Criveller -. Troppi ormai credono negli uomini e donne forti, e nelle soluzioni forti. Noi, ispirati al Vangelo della pace, crediamo invece che non c’è altra via per il nostro futuro. Le guerre, la violenza, l’ingiustizia e l’oppressione hanno già ucciso troppe persone; mutilato – fisicamente e nello spirito – centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini; dilaniato famiglie e distrutto l’ambiente. I credenti delle diverse fedi possono, anzi devono, testimoniare che un’umanità diversa è possibile. E noi, con questo incontro di preghiere, rispettando le specificità di fede e valorizzando la comune aspirazione alla pace, desideriamo portare il nostro piccolo contributo all’edificazione di un mondo differente».