La paura della Tunisia dopo gli attentati

La paura della Tunisia dopo gli attentati

Le bombe di oggi a Tunisi rischiano di far precipitare nel caos il piccolo Paese nordafricano. Padre Talluri: rischiamo un’estate calda alla vigilia delle elezioni.

Giornata nera oggi per la città di Tunisi e il Paese in generale. A seguito dei due attentati di questa mattina in centro città (uno vicino all’ambasciata francese e l’altro alla sede dell’antiterrorismo), è trapelata la notizia riguardo a un malore molto grave per il Presidente Essebsi.

Mentre si attendono ulteriori sviluppi riguardo a entrambe le questioni, abbiamo chiamato padre Anand Talluri, che si trova in Tunisia da tre anni per studiare l’arabo e ora per preparare l’apertura di una nuova missione del Pime. Questa mattina padre Anand si trovava nei pressi della cattedrale per seguire il suo quotidiano corso di arabo tunisino. Sentendo il rumore dell’esplosione lui e i suoi compagni di corso hanno subito capito che si trattava di un attentato, “perché è stato troppo forte”.

Il clima che si è subito generato è stato di panico. A quattro anni di distanza dalla strage del resort a Sousse del 26 giugno 2015, Padre Talluri ci ricorda che anche a dicembre c’erano stati degli attentati, sempre nei confronti di obiettivi istituzionali, in particolare verso la polizia. Rispetto agli attacchi dello scorso inverno, però, quelli di oggi rischiano di generare maggiori problemi alla Tunisia. “Nell’ultimo anno ho visto il ritorno di molti turisti”, spiega padre Anand, “gli attentati di oggi all’inizio dell’estate rischiano di far di nuovo precipitare il turismo tunisino. In più quest’autunno ci saranno le elezioni”. Si prospetta quindi un’estate davvero complicata per il piccolo Paese nordafricano.

Per quanto riguarda invece la preparazione della nuova missione del Pime, padre Anand ci ha parlato delle sue attività lì. Dopo un anno e mezzo passato a imparare l’arabo classico, dall’anno scorso il missionario si sta dedicando esclusivamente all’apprendimento del dialetto tunisino. Oltre alle attività parrocchiali nella città di Tunisi, dove padre Talluri assiste il vicario generale, una volta al mese il missionario di origine indiana compie delle visite nel Sud del Paese, dove avrà sede la nuova missione del Pime, approvata dalla XV Assemblea Generale dell’istituto a maggio di quest’anno. Questi viaggi esplorativi servono a entrare in contatto con la popolazione locale e a conoscere a fondo la regione dove si stabiliranno poi i missionari.

È proprio in questi luoghi infatti che la gente conserva ancora la memoria di alcuni sacerdoti e suore presenti nell’area nel passato. Secondo padre Anand, se non si cogliesse quest’occasione di entrare in contatto con le persone del Sud, si perderebbe l’opportunità di far rivivere la Chiesa in luoghi che hanno saputo ben ospitarla.