I vaccini bloccati dall’Italia? Andrebbero alla Papua Nuova Guinea

I vaccini bloccati dall’Italia? Andrebbero alla Papua Nuova Guinea

Cresce la preoccupazione per un’ondata di casi di coronavirus anche a Port Moresby, dove gli ospedali non sono in grado di far fronte a un’epidemia su larga scala. Il governo australiano: l’Europa sblocchi le esportazioni di 1 milione di dosi di vaccini contro il Covid-19 da noi acquistate affinché possa essere fermato il contagio in Oceania

 

Le nuove varianti del coronavirus stanno tornando a far salire l’allarme per la pandemia anche in Oriente. E tra i Paesi che oggi destano più preoccupazione nel Pacifico c’è anche la Papua Nuova Guinea. Se fino ad oggi, infatti, questo Paese dell’Oceania era stato toccato solo marginalmente dal contagio, negli ultimi giorni i dati ufficiali hanno fatto registrare un incremento importante dei casi. Vengono riportati un centinaio di nuovi positivi al giorno, una quota finora mai vista a Port Moresby. Ma a preoccupare è soprattutto il fatto che vengano registrati in un Paese dove riuscire a sottoporsi a un test non è semplice.

“Gli ospedali pubblici sono già sovraffollati e vi sono molti ritardi nell’esecuzione dei test e nell’elaborazione dei risultati – denuncia in una nota Diane Unagi, responsabile per la Papua Nuova Guinea di Caritas Australia -. Un test per il Covid-19 in una clinica privata, che molti preferirebbero, può arrivare a costare anche 300 dollari australiani e comunque spesso non è lo stesso disponibile. Per un Paese dove oltre l’85% della popolazione vive in povertà e il 38% vive con meno di 1,90 dollari Usa al giorno, significa che sottoporsi a un test è semplicemente impossibile per la maggior parte delle persone”.

Lo stesso primo ministro della Papua Nuova Guinea, James Marape, ha dichiarato che “il Covid-19 ha rotto l’argine”, paventando il rischio che gli ospedali possano presto andare in crisi.

La Papua Nuova Guinea, che è un Paese di 9 milioni di abitanti e ha aderito al programma Covax, fino ad oggi non ha ancora ricevuto alcuna dose di vaccino anti Covid-19: il primo carico di AstraZeneca era atteso per aprile. Per questo Caritas Australia ha lanciato un appello al governo di Canberra affinché “continui a sostenere la Papua Nuova Guinea con la distribuzione di dispositivi di protezione per il personale medico e dosi di vaccino”.

Da parte sua, però, il premier australiano Scott Morrison – pur promettendo l’invio immediato di 8000 dosi di vaccino prodotte localmente – ha chiamato in causa la scelta dell’Europa di bloccare l’esportazione di 1 milione di dosi di vaccini che l’Australia aveva acquistato. Una mossa che coinvolge direttamente anche l’Italia: il 2 marzo scorso era stato infatti il premier italiano Mario Draghi il primo a intervenire per bloccare la partenza di 250mila dosi di vaccino AstraZeneca infialate ad Anagni e pronte per essere spedite a Canberra.

“Abbiamo assoluto bisogno di questi vaccini per fermare la diffusione del contagio in un Paese che dista appena un breve tratto di mare dall’Australia – sostiene Morrison -. Abbiamo acquistato questi vaccini e ora li vogliamo per aiutare la Papua Nuova Guinea. Sono i nostri vicini, è nell’interesse dell’Australia e dell’intera nostra regione”. La Commissione europea ha confermato di aver ricevuto una richiesta in questo senso e ha assicurato che risponderà in tempi adeguati. Nel frattempo dalla mezzanotte di oggi l’Australia sospenderà tutti i viaggi da e per l’Australia.