Santana piange Brusadelli, apostolo degli ultimi sulle orme di Candia

Santana piange Brusadelli, apostolo degli ultimi sulle orme di Candia

Ancora un missionario del Pime portato via dal Covid-19 in Brasile: con padre Luigi, 74 anni, se ne va un uomo che nell’Amapà ha vissuto tutta la vita tra chi è abbandonato dagli altri. Due anni fa ci aveva detto: «Qui si fa una catechesi quotidiana, della vita. Gesù dice: “Non invitate chi può ricambiarvi, ma chi non può darvi niente”. E questo, senza fare prediche, converte».

 

Nel fine-settimana il Pime in Brasile e la missione di Santana hanno pianto la morte di un altro confratello, portato via dal Covid-19: si tratta di padre Luigi Brusadelli, 74 anni, morto nel tardo pomeriggio di venerdì presso l’ospedale di Macapá. Da qualche giorno si trovava nel reparto di terapia intensiva a causa del coronavirus e alla fine il suo cuore non ha retto.

Padre Brusadelli era nato a Pozzuolo Martesana (provincia e diocesi di Milano) il 17 luglio 1946. Entrato a 20 anni nei seminari del Pime dopo aver lavorato in una ditta di apparecchiature elettroniche, era stato ordinato sacerdote nel 1976 a Bergamo. Destinato alla missione dell’Amapá, è rimasto per tutta la vita nella città di Santana presso la Casa da Hospitalidade sempre dedito alla carità: prima continuando le opere iniziate dal dottor Marcello Candia per bambini handicappati fisici e mentali, bambini allontanati dalle loro famiglie perché maltrattati o indesiderati e poi sviluppando una sezione della Casa per gli anziani poveri e abbandonati, a cui si è dedicato personalmente fino ad oggi, coadiuvato nella gestione da una Associazione laicale locale, da lui iniziata.

«Quando arrivai qui, nel gennaio del 1977, mi imbattei in epilettici tenuti chiusi in gabbia perché ritenuti indemoniati, insieme a disabili, fisici e mentali», aveva raccontato a Mondo e Missione due anni fa. «Incontrando bambini che per i loro handicap erano messi ai margini, la cosa più naturale mi parve quella di accoglierli con me». Un bimbo dopo l’altro, era così la Casa da Hospidalidade, una realtà costituita da diverse piccole comunità familiari in un contesto rurale, a dieci chilometri dalla città, attrezzata per la riabilitazione, oggi gestita dalla Piccole Suore della Divina Provvidenza e dall’Istituto scolastico Santa Maria di Nazareth – Piamartini. Nel frattempo lui si era incamminato su un’altra frontiera: quella dei malati mentali adulti, mandati dal giudice in alternativa al carcere in una nuova struttura creata in città, sulla sponda del fiume.

«Io vivo con queste persone, oggi siamo in 57, ed è bellissimo – arccontava – anche se a volte è complicato e mi trovo in situazioni bizzarre! Ma abbiamo 27 dipendenti, che sono quasi tutti ex bambini accolti, e una gran quantità di volontari, di cui molti in questi anni hanno scelto di consacrarsi». Come mai? «Qui si fa una catechesi quotidiana, della vita. Gesù dice: “Non invitate chi può ricambiarvi, ma chi non può darvi niente”. E questo, senza fare prediche, converte».

I funerali di padre Brusadelli sono stati celebrati sabato 15 maggio nella Casa da Hospitalidade di Santana, attorniato da chi ha sempre servito e amato. Riposa nel Cimitero Sao José di Macapà, nella tomba dei missionari dell’Istituto.

Padre Brusadelli è il terzo missionario del Pime a morire di Covid-19 in Brasile. Altri tre missionari dell’istituto sono morti a causa della pandemia in Guinea Bissau, nelle Filippine e in India, mentre 10 missionari anziani si sono spenti in Italia, sempre a causa del Coronavirus.