Chiamami con il mio nome

TRA LE TRIBU’ DEI MONTI


Carissimi amici, quanto è bello quando la gente si ricorda il nostro nome. Purtroppo quelli dei bambini della mia missione di Fang suonano ai miei orecchi come suoni strani che spesso non afferro subito e che faccio veramente fatica a memorizzare. E mi fa sempre male quando rimango ammutolito di fronte a un bambino che si avvicina e mi chiede: «E io come mi chiamo?».
Basta così poco per far sentire importante un bambino di Fang: ricordare il suo nome e il suo compleanno. Da quando ho fatto appendere in refettorio l’elenco di tutti i bambini con la data del loro compleanno ogni giorno c’è la fila per andare a controllare e contare i giorni che mancano. Qualche bambino mette così tante volte il dito sul suo nome che ormai quasi non si riesce nemmeno più a leggerlo. Non facciamo feste speciali e l’unico regalo è un biglietto di auguri preparato dai compagni di classe con un bel disegno e una semplice frase per augurare le cose più belle. E mentre gli consegniamo la letterina cantiamo tutti assieme a squarciagola un fantastico “Happy Birthday”. Una cosa semplice, ma un momento indimenticabile per ciascuno di loro.
Nel mese di novembre canteremo tanti auguri a Phloy, SuPhaPhon, SaHatChai, SomSak, SomDet, ThaWatChai e per ultimo, il 29, a SongPhong che festeggerà i suoi primi sette anni.
Per cercare di ricordare i nomi di tutti i bambini della mia missione mi sono stampato i loro volti in tanti biglietti che faccio scorrere tra le dita ogni sera prima di andare a dormire, e mentre ripeto il loro nome, pensando ai momenti della giornata in cui i nostri sguardi si sono incrociati, li affido a chi sicuramente ha una memoria migliore della mia e li conosce alla perfezione.