Da capitale della violenza a Paese più sicuro del continente: ma dietro al “miracolo” del presidente Bukele, rieletto a febbraio, c’è il mancato rispetto dei diritti umani.Il racconto di padre Roberto Maestrelli, missionario a fianco dei migranti
Costretta a fuggire dalla Colombia, è riuscita a ricostruirsi una vita in Ecuador anche grazie al Jesuit Refugee Service. E ora difende i diritti umani dei migranti e in particolare delle donne, che spesso subiscono violenze e hanno meno opportunità
Tutti i parlamentari hanno votato a favore della legge che prevede il carcere a vita contro le “insurrezioni” e poteri eccezionali per la polizia. Entrerà in vigore il 23 marzo. Una prova di forza del capo del governo locale John Lee: «Giornata storica. Ci deve essere un Paese, prima di due sistemi»
Persone senza nome, uomini e donne ai margini della società, o migranti naufragati nel Mediterraneo. Da anni la dottoressa Cristina Cattaneo e il Labanof di Milano provano a restituirgli un’identità. E con essa una dignità. È quanto racconta anche il film “Sconosciuti puri” in uscita il 14 marzo
Nel giorno simbolo della corsa agli acquisti pre-natalizi, uno studio delle Nazioni Unite rivela le ombre presenti nelle catene di approvvigionamento per rispondere alla domanda di consumi nell’Unione Europea: 1.2 milioni di nuovi schiavi, 4.200 incidenti mortali sul lavoro all’anno e il 40% delle emissioni di CO2 fuori dai confini europei per produrre ciò che acquistiamo.
I rappresentanti del Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, Nobel per la pace nel 2015, in occasione di un evento all’Università Bicocca di Milano, raccontano la drammatica situazione del Paese che, travolto dal boom dei prezzi del cibo, affronta un grave stallo istituzionale
Ci avevano provato per un paio di anni a cambiare le cose, poi il Paese è ripiombato nell’incubo del regime militare. Ma i giovani e la società civile non sono disposti ad accettare di tornare al passato
Il testo integrale della “lettera di mitigazione” inviata al giudice della corte distrettuale di Hong Kong da Lee Cheuk-yan, attivista in carcere per aver organizzato anche lo scorso anno la veglia che ricorda le vittime di Piazza Tiananmen: “Ora che sono imprigionato come lo era Gandhi imparerò anche, come lui, a non avere paura”