I 24 milionari neri non arricchiranno l’Africa

I 24 milionari neri non arricchiranno l’Africa

Tra i super ricchi fotografati come ogni anno dalla classifica mondiale stilata da Forbes, ci sono anche 24 milionari africani. Una cifra che farebbe ben sperare in un generale sviluppo del continente ma che – se analizzata – rivela tutt’altra consistenza.

La prestigiosa rivista economica statunitense Forbes ha divulgato nei giorni scorsi la classifica degli uomini più ricchi del mondo: una lista di oltre mille persone che l’anno scorso si sono distinte per il proprio patrimonio in dollari. Tra loro ci sono anche 24 milionari africani.

Innanzitutto i magnifici 24 – che rispetto alla medesima statistica dell’anno scorso sono quattro in meno, complice il calo del prezzo del petrolio e delle materie prime su cui si basano gli investimenti africani – provengono da 8 Stati su un continente che ne conta in totale 54. Secondo una stima fornita dal Sole24ore nel 2014, poi, in Africa i milionari sono solo 200mila su una popolazione di 1,1 miliardi: una nicchia di privilegiati che segna un divario profondo col resto della popolazione che spesso vive sotto la soglia di povertà.

Analizzando la stringata lista di Forbes, si scopre che, con 6 connazionali presenti, l’Egitto e il Sud Africa superano a pari merito tutte le altre nazioni africane, seguite dalla Nigeria dal cui territorio provengono anche il primo milionario africano di quest’anno. Aliko Dangote è il fondatore del più grande agglomerato dell’Africa occidentale, il Dangote Group produttore di zucchero, farina e cemento che ha stabilimenti in Camerun, Etiopia, Zambia e Tanzania. Dangote, attraverso una holding, possiede il 90% della quota in borsa del gruppo: una percentuale che supera l’80%, la soglia di proprietà fissata dalla borsa nigeriana e che il patron è chiamato ad abbassare entro il prossimo ottobre. Intanto per l’ottavo anno consecutivo Dangote si conferma l’uomo più ricco del continente e si classifica 51esimo sulla lista generale con un netto di circa 15,4 milioni di dollari. Al secondo posto, con un patrimonio di 6 milioni di dollari, Nicky Oppenheimer un sudafricano la cui famiglia tiene da 85 anni un ruolo privilegiato nel mercato dell’estrazione di diamanti. Altri due sudafricani – specializzati in vestiario e beni di lusso – seguono nella lista dei miliardari neri. Dal Marocco, il milionario segnalato da Forbes è il re Mohammed VI che possiede la Società nazionale d’investimento, una holding che detiene partecipazioni in diverse società quotate in borsa.

Nassef Sawiris, 55 anni, invece, è l’uomo più ricco d’Egitto: nel 2014 ha stretto un accordo con una società d’investimento di Abu Dhabi per sviluppare una centrale elettrica a carbone nel Paese delle piramidi; alla sua figura fa riferimento anche una società di fertilizzanti chimici e una quota del 6% di azioni del colosso sportivo Adidas. Con un patrimonio di 10 milioni, lo segue a ruota Mike Adenuga, un self-made man nigeriano, che ha fatto la sua fortuna rivendendo bibite e che – dopo aver stretto accordi di favore con i militari che gli hanno assegnato redditizi appalti pubblici – oggi è impegnato nel settore immobiliare, delle telecomunicazioni e ovviamente del petrolio.

Tra le poche donne di colore presenti nella lista di Forbes, c’è Isabel dos Santos. Si tratta della figlia più giovane del presidente dell’Angola Jose Eduardo dos Santos, che avrebbe trasferito alcune partecipazioni di società statali all’azienda della donna, secondo quanto rivelato da quattro membri del Parlamento europeo che hanno chiesto di formare una commissione d’inchiesta sul caso.

Infine, Mohammed Dewji della Tanzania si riconferma a 40 anni il più giovane milionario africano con una fortuna di circa 1 milione di dollari impegnati nel settore tessile, edilizio e dei trasporti.

Nonostante quest’anno Forbes noti come i mercati azionari volatili, il calo dei prezzi del petrolio e il dollaro sempre più forte abbiano fatto calare per la prima volta dal 2009 i patrimoni dei potenti, il rapporto 2014 Global Wealth Report del Crédit Suisse sostiene ancora che i milionari in Africa sono destinati a raddoppiare nei prossimi anni, con una velocità di progressione paragonabile soltanto alla Cina.

I milionari africani rispecchiano infatti una impressionante crescita economica: dal continente passano infatti sempre più capitali da investire nelle infrastrutture ma questa fortuna si concentra nelle mani di una classe medio-alta legatissima al potere politico dei Paesi. Inoltre, l’Africa è tenuta d’occhio dagli investitori internazionali sia perché si tratta un mercato in crescita sia per il fatto che molti Paesi del continente possono vantare una gestione elastica del fisco nazionale che ha normative facili da eludere e tenute ancora in bassa considerazione dai controlli fiscali mondiali. Intorno agli investitori stranieri, dunque, si stringono i ricchi africani i cui patrimoni si inseriscono facilmente nel circolo dei capitali mondiali.

Inoltre, mentre aumenta la ricchezza in molte città dell’Africa, non diminuiscono gli indici di benessere del popolo come il tasso di mortalità infantile o la presenza di malattie come malaria e colera. Nonostante i 24 milionari di Forbes, l’estensione della ricchezza verso il basso per il continente è ancora un miraggio.