Così canto il mio Magnificat

FRONTIERA OIAPOQUE

 

Con questo ultimo testo vorrei ringraziare Mondo e Missione per avermi ospitato durante tutto il 2017, e tutti coloro che sono entrati in contatto con noi e hanno aiutato la nostra “Missione nelle Frontiere”.

Qualche tempo fa sono stato, qui in Brasile, al Congresso missionario nazionale. Il tema era “L’allegria del Vangelo per una Chiesa in uscita”.  Uno dei momenti più belli è stata la marcia fino alla residenza di Dom Helder Camara, arcivescovo brasiliano di cui è in corso il processo di beatificazione, ricordando i martiri del cammino percorso. Ad avermi sostenuto nei cinquant’anni di ministero sacerdotale sono stati proprio i nostri martiri. Il Pime, al quale appartengo, ne ha ben diciannove. Ma il mio lavoro in Brasile è stato accompagnato dall’esempio di tanti altri martiri, fratelli nel cammino, amici con i quali ho condiviso lo stesso sogno: missionari, indios, laici, religiose e sacerdoti.

E, insieme a coloro che non hanno esitato a spargere il loro sangue come Cristo, ci sono anche coloro che hanno dedicato una vita ai poveri, riaffermando la speranza anche di fronte ai contrasti e a grandi sofferenze. È un numero grande. Grazie, Signore, per questo grande privilegio.  Dovrei cantare giorno e notte il Magnificat e lo faccio anche con la bocca chiusa. Un grazie speciale per i popoli indios che ho conosciuto e per gli amici che il Signore mi ha regalato tra loro.

La giovane missione che è cominciata da tre anni, “Missione nelle Frontiere” aspetta volontari: il Signore non li farà mancare. Perché il vero senso della vita è la missione: siamo chiamati, come Gesù, a non vivere più per noi stessi ma per Colui che per noi ha dato la vita e che, mediante lo Spirito, ci rende capaci di donarla e di spenderla per i nostri fratelli.

Chi vuole continuare ad accompagnarci può farlo attraverso il sito padrenello.com o i documentari, molti dei quali prodotti da noi. Basta cercare Nello Ruffaldi su Youtube.