Deniz Birinci

Deniz Birinci

A Cipro, meta del viaggio del Papa dal 2 al 4 dicembre, un muro separa ancora la comunità greca da quella turca. Ma sull’isola c’è chi crede nella riconciliazione, come un’attivista che punta sull’Europa

La pandemia di Covid-19 ha eretto muri e ne ha rafforzati altri. A Cipro, per la prima volta in 17 anni, il governo greco-cipriota l’anno scorso ha chiuso i punti di attraversamento che separano la zona greca, parte dell’Unione Europea, da quella turca. È in questa terra divisa che Papa Francesco farà un viaggio dal 2 al 4 dicembre «sulle orme dell’apostolo Barnaba», ha scritto in una missiva il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che definisce la visita del Pontefice un «incontro con la realtà del Medio Oriente che fa confluire nel Mediterraneo e anche a Cipro il dramma di famiglie in fuga da guerre, povertà, lotte di potere e settarismi religiosi».
Il conflitto tra le due parti è storico: risale ai tempi precedenti l’impero ottomano ma restò dormiente durante tutto il periodo coloniale britannico. C’è però chi sull’isola ha anche esperienze di condivisione da raccontare. Deniz Birinci, attivista e politica cresciuta nella parte nord dell’isola, quindi in quella turca, da ragazzina passava le serate al ristorante del padre chiamato Antis Taverna, nella città di Kyrenia. «Era il periodo in cui i valichi di frontiera erano chiusi, e mio papà si faceva in quattro per trovare musicisti che suonassero il bouzouki e cantassero canzoni greche ogni fine settimana all’Antis», ha raccontato.

Nel 1960 all’isola venne concessa l’indipendenza: si tennero le prime elezioni e la neonata Repubblica di Cipro entrò a far parte delle Nazioni Unite. Ma tre anni dopo scoppiarono gli scontri tra la comunità greco-cipriota e la minoranza turca. Nicosia venne divisa in due dalla linea verde, pattugliata dalle truppe inglesi.
Nel 1974 Atene appoggiò il colpo di Stato che intendeva uccidere l’arcivescovo e patriarca della Chiesa ortodossa Makarios III, che nel frattempo era stato rieletto presidente. Ankara ne approfittò: invase l’isola e conquistò un terzo del territorio. La “linea Attila” che divide i due settori prende il nome dall’operazione di conquista turca.
Nel 1983 venne proclamata la Repubblica turca di Cipro del Nord, attualmente riconosciuta solo dalla Turchia. Negli anni la situazione è rimasta invariata: greci, di origine bizantina e ortodossi da una parte e turchi, discendenti dai selgiuchidi e musulmani, dall’altra. Anche dopo secoli quest’isola sembra bloccata in un’impasse infinita.
Deniz Birinci tenta di cambiare le cose nel proprio piccolo. È tornata a Cipro nel 2002 dopo aver studiato negli Stati Uniti. Al tempo c’era grande speranza che i negoziati Onu guidati dall’allora segretario generale Kofi Annan potessero portare a una riappacificazione. Nonostante il successivo fallimento della diplomazia, Birinci non si è scoraggiata: ogni giorno attraversa la zona cuscinetto amministrata dall’Onu per portare sua figlia in un asilo greco-cipriota: «Voglio che conosca entrambe le culture. Voglio che celebri sia la Pasqua ortodossa che il Bayram. Questo è ciò che la riunificazione significa per me», ha raccontato. «Cipro è troppo piccola per essere divisa».

Nella sua carriera da politica e attivista, Deniz ha ricoperto vari ruoli: è stata consulente per le relazioni internazionali e la comunicazione nella municipalità di Nicosia e si è anche candidata come eurodeputata indipendente alle elezioni del Parlamento europeo. È fondatrice del progetto finanziato dall’Ue Nicosia Mo­thers’ Center, che contribuisce all’integrazione della comunità turco-cipriota in Europa attraverso il dialogo interculturale.
Per lei la comprensione reciproca passa attraverso la lingua. Da giovane sentiva parlare greco perché il padre non aveva mai tagliato i rapporti con i compagni di classe greco-ciprioti conosciuti alla scuola inglese. Deniz voleva imparare quella lingua musicale e finito il liceo cominciò un corso, che però non riuscì a terminare: gli studi la portarono infatti all’estero. Quando tornò sull’isola cominciò a frequentare un giovane greco-cipriota, e anche se quella relazione non durò, Birinci decise di riprendere a studiare l’idioma che da sempre la affascinava. Tre ore ogni sera per quattro sere a settimana, sei livelli per arrivare in fondo: alla fine Deniz è riuscita a ottenere un diploma di C2 in greco: «È stata dura ma ho sempre creduto che un cipriota debba parlare sia turco che greco, in modo che le persone possano capirsi bene a vicenda», ha scritto su Twitter. «È per questo che da quando mia figlia ha compiuto due anni la porto in una scuola di lingua greca, affinché possa familiarizzare con la cultura dell’altra metà della nostra isola. So che questa è l’unica via d’uscita per Cipro».

 

IL PAPA TRA NICOSIA, ATENE E LESBO
Papa Francesco visiterà per la prima volta Cipro e la capitale Nicosia dal 2 al 4 dicembre. Poi si sposterà in Grecia, dove rimarrà dal 4 al 6 dicembre. A Cipro il Papa incontrerà l’arcivescovo Chrisostomos e la Chiesa ortodossa, ascolterà i religiosi e i sacerdoti che operano sull’isola e celebrerà una Messa per tutti i cattolici. Visiterà poi Atene e l’isola di Lesbo per esprimere solidarietà e vicinanza ai migranti e ai cittadini. L’ultima visita di un Pontefice nella capitale greca risale al 2001 con Giovanni Paolo II.