Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati

Il messaggio di Papa Francesco e di due giovani “ambasciatori” di Thailita Kum contro la tratta in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra domenica 25 settembre

«Il futuro comincia oggi e comincia da noi», così Papa Francesco si rivolge a tutti noi in vista della 108a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra domenica 25 settembre. E che ha per titilo: “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Con questo messaggio Papa Francesco «evidenzia l’impegno che tutti siamo chiamati a mettere in atto per costruire un futuro che risponda al progetto di Dio senza escludere nessuno», sottolinea la Sezione Migranti e Rifugiati, ufficio pastorale della Santa Sede diretto personalmente dal Pontefice, che lavora per aiutare la Chiesa in tutto il mondo ad accompagnare le persone vulnerabili itineranti, inclusi coloro che sono sfollati a causa di conflitti, disastri naturali, persecuzione o estrema povertà, rifugiati e le vittime del traffico di esseri umani.

In occasione della Giornata di domenica, la Sezione ha predisposto molti materiali in diverse lingue. E un video, che vede protagonisti, insieme a Papa Francesco, anche  due giovani “ambasciatori” di Talitha Kum, la rete internazionale delle religiose contro la tratta, che portano la loro testimonianza su questa piaga in Asia e su come si stanno impegnando per aiutare chi è nel bisogno.

«Se salviamo anche una sola vita dalla tratta, ne sarà valsa la pena – dice Areeya dalla Thailandia – perché queste persone attraversano il peggio per raggiungere una situazione migliore».

«Se lo facciamo insieme, sempre più persone troveranno maggiore coraggio – afferma Kyhoei, ambasciatore di Thalita Kum in Giappone -. E più persone faranno sentire la loro voce. Quello che facciamo oggi influenzerà sicuramente il nostro futuro».

«Ma quali decisioni vanno prese subito per costruire già oggi un futuro inclusivo e migliore per tutti?», si chiede – e ci chiede – Papa Francesco. Che aggiunge: «Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità delle decisioni. E i giovani devono essere protagonisti di questo nuovo inizio».