L’anno della Cina, che spettacolo!

L’anno della Cina, che spettacolo!

Per il Pime il 2020 sarà dedicato alla Cina, in occasione dei 150 anni di presenza nel Paese. Lanciamo la nostra Campagna con un progetto che punta a sostenere i disabili mentali, anche attraverso il teatro

Il 2020 sarà dedicato dal Pime alla Cina, in occasione dei 150 anni di presenza dei nostri missionari nel grande Paese orientale. Nel corso dell’anno, una Campagna ad hoc proporrà eventi culturali, approfondimenti e iniziative di solidarietà. Già da questo mese anticipiamo un importante progetto che sosterremo, con l’aiuto dei nostri benefattori. A raccontarcelo è padre Fernando Cagnin.

Quand’ero ragazzo sognavo di andare in terre lontane a portare il Vangelo tra i non cristiani e aiutare i poveri. Con il passare degli anni ho scoperto la bellezza di tante culture e religioni diverse e anche la loro sventura nel cadere sotto la pressione di governi che promettono libertà e prosperità purché si aderisca tutti alla stessa ideologia… una medicina che funziona come bere troppo vino o prendere una pasticca di ecstasy: all’inizio sembra tutto bello, ma poi si rimane intrappolati dentro una realtà con miserie e dolori più grandi di prima! Tutto questo mi ha spinto ad andare sempre più lontano fino ad arrivare qui nel cuore della grande Cina.

Negli Anni 80 e 90 si soffrivano ancora la fame e la povertà materiale vera, c’erano stati grandi e sgradevoli incidenti sociali, ma già si parlava della possibilità di fare un balzo nei tempi moderni… e – oggi lo sappiamo – è accaduto proprio così. Arrivai a Hong Kong nel 1989. Nel 1995 trovai il modo di essere invitato dal dipartimento degli Affari esteri cinese ad andare a Guangzhou per insegnare l’uso del computer. Partii subito, anche se avevo studiato il cinese solo per pochi anni. Desideravo vivere tra i non cristiani, tra i più poveri e più trascurati da una società tutta propensa a dare il massimo per portare la popolazione fuori dalle campagne e desiderosa di costruire metropoli che potessero competere con quelle degli “stranieri” (per questo popolo il mondo è diviso in “cinesi” e “stranieri”)!

Cominciando dalla città di Guangzhou, presto riuscii a sviluppare laboratori di informatica per disabili intellettivi e persone affette da autismo. Queste attività divennero note e la piccola organizzazione di Huiling, che mi aveva ospitato e che al tempo contava una sessantina di persone tra formatori e ragazzi, si è sviluppata tanto che oggi è presente in quasi tutte le grandi città della Cina, con circa 500 operatori e qualche migliaia di assistiti.

Per sopravvivere in mezzo a una società in pieno sviluppo, ci siamo dati da fare, strutturando tutto e tenendo presente che molte famiglie povere non potevano ottenere assistenza per i loro figli. Servivano un’infinità di risorse. Era però necessario non solo risparmiare, ma anche modernizzare e innovare. Da qui l’idea di intrecciare gemellaggi internazionali e cercare aiuti ben finalizzati con tanti progetti diretti a sostenere le persone con disabilità e i loro formatori, e al tempo stesso istruire i “nuovi cittadini cinesi” sull’importanza dei valori che stanno dietro a tutte le opere di carità e promozione umana: qui l’energia sprigionata dall’evangelizzazione si percepisce già e ha dell’incredibile! Il Vangelo riesce a motivare i non cristiani e a spingerli a scelte coraggiose che cambiano la vita, mentre i cristiani in Cina sono aumentati tantissimo e si sono distribuiti in circa 150 diocesi.

Oggi vi parlo di un progetto che stiamo portando avanti da molti anni, ma richiede tanti sforzi. Si tratta di togliere dalle grandi istituzioni con dormitori e saloni tutti quei giovani e adulti con disabilità intellettiva: la loro condizione infatti dura tutta la vita e non si risolve con una degenza in ospedale. I disabili mentali vivono bene se stanno in case-famiglia. Huiling ne ha già sviluppato una settantina in tutta la Cina. Ma non basta la casa o l’appartamento: è necessario tirare fuori tutte le risorse, anche quando sono minime, per formare i beneficiari a prendersi cura di sé, a convivere con gli altri cittadini e anche a contribuire allo sviluppo della nostra umanità con i loro “cinque pani e due pesci”, con la limpidezza dei loro semplici e veritieri pensieri e le loro emozionanti vittorie nel superare con determinazione gli ostacoli della loro vita.

Quest’anno il nostro progetto è favorire la formazione individuale di un gruppo di giovani con disabilità intellettiva cercando di aiutarli a conquistare l’autonomia non solo nelle faccende domestiche della vita quotidiana (piegare e sistemare la biancheria, pulire la casa, curare l’igiene personale, fare la spesa e cucinare), ma anche a esprimere i loro sentimenti nelle occasioni di socialità (celebrazione delle feste, visite agli anziani, partecipazione a manifestazioni sportive in mezzo alla gente…) e a essere in grado di prendere mezzi pubblici o di prendersi cura dell’ambiente.

Ma c’è di più. Quest’avventura vorremmo annunciarla a tutti! Come fare? Si può, sviluppando per esempio attività teatrali. Dal 2000 abbiamo scoperto che il teatro rappresenta un efficace e coinvolgente mezzo di comunicazione. Quindi ogni due anni circa facciamo una tournée attraverso le metropoli cinesi e a volte all’estero (nel 2016 siamo stati anche a Torino, Como e Venezia).

Ci vuole tanta formazione del personale, a coppie (come Stanlio e Ollio, o Bud Spencer e Terence Hill!), in gruppo e perfino sapendo coinvolgere la platea degli spettatori. I nostri formatori seguono corsi di specialisti che vengono da tutto il mondo e integrano le nozioni imparate nelle attività teatrali con i nostri giovani “attori”… e così avviene il miracolo! Scopriamo che alcuni sono particolarmente dotati, bravi a far ridere o piangere o a comunicare intensamente.

Non vi nascondo che il cammino di questo progetto è molto difficile, costa sacrifici e anche qualche sconfitta; quando però tutto va in scena è come una magia, si comincia a vedere la gente che si entusiasma, applaude, si alza in piedi, ad alcuni scappa una lacrima, altri non smettono di scattare foto e finisce sempre che non si riesce a chiudere lo spettacolo senza che una quantità incredibile di persone salga sul palco a congratularsi e a porgere un’infinità di domande e complimenti. Missione compiuta. Si riparte per un’altra meta.

Tutto questo però ha bisogno anche del vostro aiuto. Formare le persone, creare uno spettacolo, preparare tutti i mezzi necessari, mettersi in viaggio anche per settimane e fare ore e ore di prove costa non solo sacrificio, ma anche tante risorse. Ognuno di voi è una parte di noi, il nostro successo è il vostro successo. L’annuncio di valori umani e cristiani si sprigiona da una sinergia di tante persone, una comunità dal volto talvolta internazionale, un popolo di Dio che raggiunge anche i confini più lontani e inaspettati di questo meraviglioso mondo.