L’Imperio, il missionario costruttore in Bangladesh

L’Imperio, il missionario costruttore in Bangladesh

Il Pime piange la morte di padre Adolfo L’Imperio, missionario per cinquant’anni in Bangladesh, scomparso a 91 anni nella casa dei missionari anziani a Rancio di Lecco. Rimasto in missione fino a soli due anni fa aveva messo a disposizione l’esperienza di perito tecnico per realizzare scuole, chiese, dispensari. Ma la sua “costruzione” più bella sono state le relazioni con i poveri, gli ammalati e i ragazzi a Dhanjuri

 

Sabato 3 luglio nella Casa dei missionari anziani a Rancio di Lecco per l’aggravarsi di un carcinoma è morto padre a 91 anni padre Adolfo L’Imperio, missionario del Pime che per 50 anni ha svolto il suo ministero in Bangladesh. Nato a Zara il 28 febbraio 1930, cresciuto a Gaeta dove aveva frequentato l’istituto nautico ed era stato presidente della Giac (la Gioventù dell’Azione cattolica), padre L’Imperio aveva lavorato come perito tecnico per dieci anni prima di rispondere alla chiamata per la missione. Ordinato sacerdote a Gaeta nel giugno 1967, due anni dopo era partito per la diocesi di Dinajpur, nell’allora Pakistan Orientale. Ed era cominciato così un lungo apostolato missionario scandito dalla sua dote di costruttore di edifici, ma ancora di più di relazioni coi poveri, coi giovani e con gli ammalati. Il 28 febbraio 2010 padre Adolfo aveva festeggiato nella sua Dhanjuri i suoi ottant’anni. E così scrivevano in quell’occasione i suoi confratelli in Bangladesh in una cronaca che riassume molto bene che cosa è stato questo grande missionario per la sua gente:

“Lo abbiamo gioiosamente festeggiato, a Dhanjuri, sua prima destinazione in Bangladesh nel lontano 1969. Allora il Bangladesh non esisteva ancora: il Paese infatti si chiamava East Pakistan e la capitale era Karachi, ad oltre duemila chilometri di distanza. Nella spartizione del sub-continente Indiano infatti gli inglesi, ansiosi di scappare, avevano diviso l’enorme Paese in due Stati, in base alla religione. Ad appena due anni dall’arrivo di Padre Adolfo, scoppia la guerra di liberazione, che termina con la creazione di uno Stato Indipendente, il Bangladesh. Sono anni terribili: fame, carestia, calamità naturali, ma pian piano, con mille difficoltà, il Paese riesce a risollevarsi.
Negli Anni Settanta, Padre Adolfo ha diretto le operazioni della Caritas nel nord del Paese e, quindi, non ha potuto restare a lungo nella sua Dhanjuri, con i suoi Santal e i suoi lebbrosi. In tutti questi anni, ha un po’ girato come una trottola in tutta la diocesi di Dinajpur, costruendo scuole, chiese, ostelli, dispensari… Per una decina di anni, è anche stato parroco della cattedrale di Dinajpur e direttore del “progetto lebbra”, ma recentemente ha dato le dimissioni da entrambi gli incarichi, per limiti di età. Come se non bastasse, ha anche costruito una cattedrale in Myanmar (Birmania), e per qualche anno è stato economo generale del Pime.
Quando in Italia uno va in pensione (spesso vent’anni prima di quando ci è andato Padre Adolfo!), normalmente si riposa, ed al limite porta a spasso i “nipotini”, o passa il tempo con qualche hobby. Padre Adolfo è andato in pensione soltanto sulla carta, nel senso che continua imperterrito a lavorare come e più di prima, aiutando in particolare malati, bisognosi, giovani in attesa di inserirsi nella società…
Dhanjuri è sempre stato il suo primo amore (corrisposto) ed è qui che, negli ultimi anni, si è maggiormente impegnato. Ricordiamo soltanto che è stato inaugurato il nuovo ostello dei bambini, la nuova chiesa e la nuova scuola: poco prima aveva realizzato il fabbricato per la fisioterapia, i due refettori e la lavanderia, all’interno del lebbrosario. E sta anche terminando i lavori di rifinitura del nuovo Palazzo vescovile…
Ora potrebbe essere soddisfatto e godersi un po’ di “tranquillità”, ma i lavori che ha in “cantiere” sono ancora molti, e sarebbe addirittura troppo lungo elencarli La festa a Dhanjuri si è svolta secondo programma: a farne le spese purtroppo è stato un maiale di un centinaio di chili, sacrificato per l’occasione… Ma c’era da far mangiare oltre cinquecento persone: un pezzettino per uno non fa male a nessuno…
Particolarmente commovente è poi stato il “saluto” che hanno voluto fare tutti i malati del lebbrosario. Padre Adolfo aveva celebrato la Messa nella chiesa di Dhanjuri e, successivamente, una seconda messa nella cappella del lebbrosario. I pazienti cattolici vi hanno partecipato tutti, quelli musulmani lo hanno invece pazientemente atteso: e, tutti insieme, lo hanno ringraziato per l’aiuto che hanno ricevuto”.

I funerali di padre L’Imperio si terranno in forma privaya a Rancio lunedì 5 luglio. Le sue spoglie saranno poi condotte a Gaeta dove una Messa di suffragio verrà celebrata al santuario della Montagna Spaccata e verrà poi sepolto.