El Niño precipita nella fame 60 milioni di persone

El Niño precipita nella fame 60 milioni di persone

Gli effetti de El Niño si dovrebbero attenuare da qui a giugno, ma nel frattempo questo fenomeno atmosferico ha lasciato uno strascico di carestia e fame: 60 milioni le persone colpite in tutto il mondo. Mondo e Missione dedica uno speciale all’Etiopia sul numero di Aprile.

Solo nell’Africa del Sud sono 18 milioni le persone a rischio di malnutrizione come diretta conseguenza de El Niño, fenomeno atmosferico che sta causando siccità in diverse aree dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia. In totale 60 milioni di persone in tutto il mondo sono andate ad accrescere la popolazione che soffre la fame, secondo i dati delle Nazioni Unite.

Etiopia, Zimbabwe e Malawi in Africa, Mongolia e filippine in Asia, Haiti, El Salvador, Guatemala e Honduras in America Latina, e Papua Nuova Guinea in Oceania sono i Paesi più colpiti. Qui una visione d’insieme fornita dalla Fao.

Il Paese dove il numero di persone colpite da fame e carestia è più alto è l’Etiopia. Nel numero di Aprile di Mondo e Missione abbiamo dedicato un focus proprio a questo Paese (leggi Qui), dove non piove dalla primavera del 2015 e dove le Nazioni Unite hanno calcolato che sarà necessario un aiuto di 1,4 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza.copertinaaprile

Nel servizio su Mondo e Missione di Aprile parlano missionari e cooperanti che in Etiopia stanno affrontando l’emergenza con interventi a favore soprattutto dei contadini: l’80 per cento della popolazione etiope vive infatti di agricoltura e i prezzi dei cereali, con la carestia sono triplicati, come ci ha fatto sapere suor Laura Girotto, salesiana.

L’organizzazione italiana Cbm si occupa invece delle persone disabili, ulteriormente penalizzate dalla difficoltà ad accedere a cibo e istruzione. Uno degli effetti collaterali della crisi alimentare in Etiopia è la rinuncia da parte di molte famiglie di mandare i figli a scuola.

Una fonte delle Nazioni Unite da Addis Abeba ha inoltre confermato che c’è un massiccio focolaio di colera a Moyale, mentre nella regione dell’Amhara c’è la scabbia: una delle conseguenze della mancanza di acqua è l’aumento delle malattie croniche della pelle, oltre a un peggioramento generale della salute delle persone, soprattutto dei bambini, dovuto alla crescente disidratazione, che rende vulnerabili alle malattie trasmissibili.