Cantieri di pace

Cantieri di pace

Il 18 maggio a Verona Papa Francesco incontrerà le realtà della società civile, ecclesiali e laiche, riunite per “Arena di Pace”, un grande evento per dire con forza “no” alle guerre e proporre modelli alternativi di convivenza, dall’economia ai diritti. L’editoriale della Federazione stampa missionaria italiana (Fesmi)

Si vis pacem, para bellum: se vuoi la pace, prepara la guerra. L’antico adagio, a guardare alle decine di conflitti ad alta o bassa intensità che si combattono nei diversi continenti, sembra tornato di moda. Una guerra non solo di scontri armati ma che paventa una rapida distruzione del pianeta, se dovesse verificarsi lo scenario di un conflitto nucleare, minacciato da chi di pace non intende sentir parlare. In risposta a questa tentazione, esattamente dieci anni dopo l’ultima imponente manifestazione svoltasi nell’aprile 2014 all’Arena di Verona, torna “Arena di Pace”, rinnovata sia per i temi trattati sia per le modalità di attuazione, che vede coinvolti a livello nazionale e sovranazionale dozzine di entità ecclesiali e laiche, gruppi ecumenici e interreligiosi, movimenti popolari e organizzazioni non governative, rappresentanti sindacali e società civile.

L’intento è di richiamare con forza il nostro governo a rispettare e applicare l’articolo 11 della Costituzione che recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Un auspicio e un progetto disattesi, visto il coinvolgimento diretto o indiretto dell’Italia nelle situazioni di conflitto nel mondo. Arena 2024, che si svolgerà il 18 maggio, come le precedenti nasce dal mondo missionario, ecclesiale e laico, che contrappone la logica della pace a quella della guerra, al fine di spingere le istituzioni politiche a dare una risposta concreta, unitaria e ispirata ai principi di giustizia e di pace, per evitare di cadere nel baratro di un conflitto globale. «Giustizia e pace si baceranno»: queste parole di Isaia – poste a titolo dell’assemblea popolare – raccolgono l’aspirazione di milioni di persone che sognano un mondo in cui siano le vie del dialogo, dell’accoglienza reciproca e della pace alla base della convivenza planetaria.

A testimoni di pace di oggi, dai vari continenti, si unirà la memoria di grandi profeti da far conoscere ai giovani: Romano Guardini, Aldo Capitini, Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Tonino Bello, Davide Maria Turoldo, Primo Mazzolari, Arturo Paoli oltre a tanti protagonisti delle Arene precedenti. L’impegno per la giustizia e la pace non intende limitarsi all’incontro di maggio: vuole essere invece l’avvio di un processo di costruzione della pace che prosegua dopo l’evento, scuota la coscienza di tutti e coinvolga l’intera società. È questo il sogno di chi per lunghi mesi ha organizzato l’iniziativa e dei suoi maggiori protagonisti: Papa Francesco, che sarà presente e ribadirà il suo chiaro dissenso a guerra e violenza; il vescovo di Verona Domenico Pompili, che da mesi anima la preparazione; l’amministrazione comunale di Verona, che in tanti modi ha facilitato e accompagnato l’organizzazione della manifestazione e i componenti dei cinque tavoli di lavoro che hanno riflettuto su cinque temi critici: pace e disarmo; ecologia integrale e stili di vita; migrazioni; lavoro; democrazia e diritti.

Parafrasando Papa Francesco, Arena 2024 mira a «creare seminatori di cambiamento, promotori di un vero processo virtuoso di cultura della pace; compiti imprescindibili per camminare verso un’alternativa umana di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza». In questo rinnovato impegno che parte dall’appuntamento di Verona le riviste missionarie delle Fesmi continueranno ad esserci con il loro compito: raccontare i tanti cantieri dove questa strada della pace è un’alternativa concreta che prova ogni giorno a costruire un’umanità nuova. Insieme e adesso.