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Icona decorativaIcona decorativa4 Gennaio 2016 Redazione

Contro l’Iran i sauditi arruolano anche l’infografica

Nel suo scontro a tutto campo con Teheran l’Arabia Saudita ha aperto un fronte anche sui social network. Con un canale di infografiche su Twitter con «data journalism» sui crimini dell’Iran. Il tutto nel Paese che tiene in carcere Raif Badawi
I social network sono anche un’arma vera e propria nel mondo di oggi. E una dimostrazione sta andando in scena in rete proprio in queste ore. Come tutti sappiamo lo scontro tra Arabia Saudita e Iran ha raggiunto un nuovo apice dopo le 47 esecuzioni capitali messe in atto da Riyad l’altro giorno, tra le quali figura anche quella dell’imam sciita Nimr al Nimr. Dopo l’assalto di ieri all’ambasciata saudita in serata è arrivata la rottura delle relazioni diplomatiche, peraltro gesto più simbolico che altro visto che da anni ormai i due Paesi si combattono già per procura in Paesi come la Siria e lo Yemen. È una guerra per l’egemonia sul Medio oriente. Ma è una guerra nella quale anche la propaganda con i nuovi mezzi che la rete oggi offre ha un ruolo molto importante. L’ultima dimostrazione è proprio di queste ore e viene dall’account Twitter @Infografic_ksa che sta accompagnando con batterie di infografiche «ad hoc», graficamente accattivanti, l’offensiva politico-militare aperta con l’esecuzione di al Nimr. Un esempio particolarmente eloquente è questo: un lunghissimo elenco di azioni terroristiche attribuite all’Iran dalla Rivoluzione islamica del 1979 fino a oggi. A colpire lo stile che è esattamente quello del cosiddetto «data journalism»: si mettono in fila uno dopo l’altro date, eventi e cifre in una struttura grafica ben strutturata. Poca retorica e tanti fatti: il modo oggi più in voga per veicolare le idee oggi in politica (non c’è conferenza stampa ormai senza slide…). Il problema diventa però – evidentemente – la selezione dei fatti da mettere in fila uno dopo l’altro. Soprattutto se questo avviene in un posto come l’Arabia Saudita. Scorrere il profilo di @Infografic_ksa aiuta a ricordare che lo scontro con l’Iran non nasce in queste ore: sono mesi che Riyad utilizza questo canale per parlarequasi solo dei crimini dell’Iran. Unica grossa eccezione le slide diffuse a fine dicembre per accompagnare la finanziaria che per la prima volta, per via del crollo delle quotazioni del petrolio, ha comportato un aumento del prezzo dei carburanti anche in Arabia Saudita. Un’altra pillola amara da far digerire, per la quale l’infografica poteva dare una mano agli al Saud. Nella carrellata di slida anti-iraniane – invece – un’altra è particolarmente fastidiosa: quella con il dito puntato contro Teheran per le restrizioni all’uso di internet IranSocial Fa un certo effetto vederla proposta da una voce ufficiale del governo saudita. Lo stesso che tiene in carcare il blogger Raif Badawi – fondatore del blog Free Saudi Liberals – con l’accusa di oltraggio all’islam e una condanna a sette anni di reclusione e 600 frustate. Che l’Iran non sia un campione di libertà di pensiero non è una grande novità. ma che a spiegarcelo siano i sauditi dovrebbe essere quanto meno imbarazzante.        

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