Padre Antuan da Iskenderun: la rete diventa il Corpo, anche nel terremoto

Padre Antuan da Iskenderun: la rete diventa il Corpo, anche nel terremoto

La testimonianza del gesuita turco Antuan Ilgit, unico sacerdote cattolico in una delle città più devastate dal sisma: «Mentre noi ci impegniamo per portare aiuto come possiamo c’è ancora tanta gente, ma tanta, sotto le macerie. Con Caritas Anatolia useremo tutto per chi ne ha bisogno, senza fare nessuna discriminazione»

 

La tragedia immane del terremoto in Turchia e in Siria sta colpendo duramente anche le comunità cristiane che vivono in questi Paesi. Da Iskenderun, città turca tra le più colpite, rilanciamo questo post scritto stasera sul suo profilo Facebook da padre Antuan Ilgit, gesuita turco, unico sacerdote cattolico presente in città. Una testimonianza della devastazione ma anche della forza della solidarietà in una terra profondamente ferita. La fotografia – postata da p. Antuan stesso – è la chiesa ortodossa di Iskenderun devastata dal sisma.

 

Carissimi amici, eccomi qui ad aggiornarvi un po’.
Dopo aver celebrato la Messa con le suore e con chi si è rifugiato qui da noi mi son messo subito a cercare degli aiuti anche perché ci mancava l’acqua potabile e del gas per cucinare quel poco di pasta e ingredienti per fare un po’ di zuppa da distribuire.

Ho individuato un posto dove il cellulare prende abbastanza bene. Cammino per 10 minuti e appena ci arrivo arrivano anche i vostri messaggini! Devo ammettere: è bello essere connesso a una “rete” di amici quando si affrontano delle situazioni che ti superano! La rete che diventa il Corpo!

Ho subito cercato di contattare il sottoprefetto della città, sig. Murat Sefa Demiryürek, con cui eravamo compagni di classe all’università, per chiedere dell’acqua potabile e dei viveri. Dopo qualche ora assieme a Luca Bombelli eravamo già da lui a ritirare il necessario. Lui stesso con molta umiltà faceva la distribuzione degli aiuti, che arrivano da tutta la Turchia, a chi ne ha bisogno senza nessuna discriminazione. Al nostro rientro all’episcopio vedere i sorrisi della gente è indicibile.

Le nostre comunità cristiane del Vicariato, soprattutto quelli di Mersin, i miei amici Mete, Shant, Barkın, Batuhan e innumerevoli altri si fanno in quattro per aiutarci inviando anche del denaro; dalle poche gocce abbiamo avuto un mare. Con Caritas Anatolia useremo tutto per chi ne ha bisogno, anche noi, senza fare nessuna discriminazione.

Beh, poi i nostri bagni erano pieni di … ed erano inutilizzabili. Sapete cosa hanno fatto le nostre brave suore? Sono andate a raccogliere l’acqua del mare, arrivata sulle strade a causa dell’effetto tsunami, per pulire i bagni e renderli nuovamente accessibili. Sono delle suore contemplative!!!
Poi c’è sempre Agi, la focolarina, che lavora come una formica, per tutti ha una parola di consolazione.

Sappiamo bene che anche il nostro vescovo Paolo (Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia ndr) assieme all’AMO-Amici del Medioriente sta lavorando in Italia per incanalare meglio la vostra carità espressa in mille modi. È bello!

Ma mentre noi ci impegniamo in tutto questo c’è ancora tanta gente, ma tanta, sotto le macerie! In alcuni posti hanno appena appena iniziato a scavare! Ci arriva la notizia che anche il pastore protestante Hakan e sua moglie sono lì a contemplare il volto di Dio, mentre i soccorritori raggiungono i loro corpi.

L’incendio nel porto è devastante e non riescono a spegnerlo!
Le luci di elettricità stanno ritornando al quartiere ma noi siamo ancora al buio forse perché la Cattedrale che non c’è più e crollando ha sepolto tutto l’impianto elettrico. Nel nostro cortile preghiamo il Rosario bisbigliando, si può anche senza elettricità… e nel mentre Jülide la nostra eroica cuoca e Selma G. mi portano una bella notizia: stanno per arrivare due macchine da Istanbul con degli aiuti! Sono dei giovani che potano gli aiuti inviati da mons. Palinuro, il Vicario Apostolico d’Istanbul.

È così che Dio si fa presente in mezzo a noi… bisogna cercarlo e trovarlo in tutte le cose! Non siamo da soli, e il domani sarà meglio dell’oggi.
Buona serata. Un abbraccio forte a ciascuno di voi e benedizioni

 

Per sostenere Iskenderun e quanti soffrono a causa del terremoto nel vicariato apostolico dell’Anatolia segnaliamo questi canali di raccolta fondi indicati da mons. Bizzeti e citati anche da padre Antuan nel suo post