La missione “in casa”

La missione “in casa”

Viene inaugurata l’8 ottobre la “Comunità missionaria AlPime”, una nuova esperienza di accoglienza e formazione per laici nella casa di Busto Arsizio

Una casa con le porte aperte a chi è di passaggio o ritorna dalla missione. Un centro di formazione per i laici che hanno nel cuore la fiammella del servizio. Un luogo dove trovare qualcuno che li aiuti a soffiare su questo desiderio, farlo crescere, affidarlo a Dio e renderlo Luce. È la nuova “Comunità missionaria AlPime”, inaugurata nella casa dell’Istituto a Busto Arsizio che, d’ora in poi, sarà anche un punto di ritrovo e di animazione, cuore pulsante dello spirito dell’annuncio capace di irradiarsi verso tutti coloro che vogliono respirarlo o scoprirlo come vocazione, che sia ad vitam o anche per un tempo breve.
Quella di Busto Arsizio, del resto, è una delle case che hanno contribuito a scrivere la storia del Pime. Una storia di missione che, in questo caso, non va lontano: mette radici per aiutare gli altri a partire, a trovare la spinta e il coraggio di donarsi per il Vangelo. L’Associazione Laici Pime (Alp), nata nel 1990, offre la possibilità a singoli e famiglie di donare un periodo della vita (di almeno tre anni) nelle missioni dell’Istituto. Da settembre, poi, c’è una famiglia che ha deciso di non partire, ma ha scelto di restare e di vivere con spirito missionario nella casa di Busto trasformata appunto in Comunità.
«L’Alp è un’esperienza e un’opportunità che ci fa dire ogni giorno “grazie” al Signore, al Pime e a tutte le persone che incontriamo e che ci accolgono nei Paesi in cui siamo inviati», spiega Valeria Carbone, che dopo tre anni in Costa d’Avorio ha coordinato a lungo le attività dell’associazione insieme al direttivo e in stretta collaborazione con la Direzione generale dell’Istituto. «Una volta rientrati in Italia, la nostra missione non finisce, ma è parte integrante di noi stessi. Il Pime continua a essere la nostra famiglia e la nostra casa».
La consapevolezza del ruolo del laico missionario all’interno dell’Istituto è cresciuta molto in questi anni. «E proprio alla luce di questo cammino che dura da più di trent’anni, finalmente iniziamo una nuova missione che non ci porta lontano, ma che ci aiuta a stare qui», aggiunge Valeria.

Il progetto “Comunità missionaria AlPime” è aperto a tutto il movimento laicale che ruota attorno al Pime e non solo. Ma soprattutto è una comunità, in cui missionari ad vitam e laici vivono insieme e, in questo modo, ricordano anche alla Chiesa locale quante persone ancora nel mondo non hanno potuto ascoltare il Vangelo di Gesù. Ma questa nuova comunità, che vede protagonisti attivi i laici, vuole essere anche di richiamo all’Istituto affinché riscopra e sostenga le vocazioni laicali ad vitam. Infine, è un’ulteriore occasione per consolidare il servizio dell’Alp, favorendone la visibilità e dando impulso alla sua azione formativa e di accoglienza.
A raccogliere la sfida di “stare” – ovvero di vivere nella casa di Busto Arsizio insieme ai missionari residenti e a renderla un vero centro di formazione e animazione per tutto il territorio – è stata la famiglia Testa. Davide (attualmente membro del direttivo Alp e già missionario in Brasile, per dieci anni), si è messo a disposizione con la moglie Lourdes e i figli Maria, Marta, Luciano e Francesco, per avviare questo nuovo progetto.
«Era il 1997 quando sono partito per l’Amazzonia brasiliana. Sono rimasto dieci anni in una scuola per indios e cercando di dare il mio contributo alla missione e ai suoi bisogni. Mi sono sposato, ho avuto due figlie e poi sono rientrato in Italia perché i bisogni erano cambiati. La famiglia si è allargata, ma la voglia di continuare a prestare servizio non si è mai spenta. Appena tornato ho subito iniziato a partecipare agli incontri e alle attività dell’Alp, aiutando chi stava facendo il percorso di formazione», racconta Davide.
«Quello di avere una casa per i laici, un centro in cui formarsi e sentirsi protagonisti, è sempre stato un ritornello che in questi anni è risuonato nell’Alp e nel Pime. Ora è diventata una realtà – continua Davide -. E noi oggi siamo qui per l’Alp e per il Pime, e non si tratta di una premessa superflua. Siamo qui perché c’è un bisogno, una nuova chiamata a cui rispondere».
La sua famiglia ha scelto di avviare il progetto e di dedicare tre anni a questa “missione in casa”. La nuova Comunità nasce in linea con gli orientamenti dell’associazione che prevedono l’accoglienza di volontari Alp e Stb (Servizio tecnico breve) durante il corso di formazione preparatorio alla partenza. L’accompagnamento include anche una breve convivenza nella casa, per una maggiore conoscenza reciproca e per condividere preliminarmente una vita comunitaria anche con i missionari residenti. L’accoglienza, tuttavia, si estende pure a tutti coloro che sono rientrati, anche solo per una vacanza. Infine, si vorrebbe creare una rete di contatti con le parrocchie e gli enti del territorio per sostenere il nuovo progetto.

«La casa di Busto è un luogo dove laici, sacerdoti e fratelli residenti possono condividere il carisma della missione, aiutare l’associazione, l’Istituto, la Chiesa locale e quella del mondo. Come direttivo Alp, insieme alla Direzione generale, abbiamo lavorato tanto per questo progetto. E oggi ne siamo molto contenti: insieme ai missionari e all’Istituto abbiamo finalmente una casa, ma questo non ci impedisce di continuare a guardare ad extra», conclude Valeria Carbone.
L’inaugurazione della nuova Comunità Missionaria AlPime è in programma per domenica 8 ottobre a partire dalle ore 10, presso la casa Alberigo Crescitelli, in via Lega Lombarda 20 a Busto Arsizio. A seguire è prevista una festa con animazione anche per i bambini. Sarà l’occasione per conoscere l’Alp e per incontrare la famiglia Testa e i missionari residenti.