5×1000 a misura di bambino
A Kampot, nel Sud della Cambogia, è stata da poco inaugurata la nuova scuola materna costruita grazie ai fondi del 5×1000 pervenuti dalle dichiarazioni dei redditi alla Fondazione Pime
1 Il Sud della Cambogia, dove si trova la provincia di Kampot, è una zona oggi sempre più conosciuta e frequentata dai turisti, che ne apprezzano la bellezza del paesaggio e delle spiagge che si affacciano sul golfo della Thailandia. Eppure, la presenza dei Khmer Rossi qui si è fatta sentire fino agli inizi degli anni Novanta e la popolazione, in maggioranza buddhista, è povera. Non poche famiglie fanno fatica ad avere il minimo indispensabile per vivere. I prodotti dell’economia tradizionale sono sale (per la vicinanza al mare), cemento, pepe e durian, tipico frutto dall’odore sgradevole ma dal gusto delizioso. La missione di Kampot-Kep, dove lavora padre Gianluca Tavola, missionario del Pime, si estende su tutto il territorio della provincia ed è formata da cinque comunità cristiane molto giovani, distanti dalla cittadina di Kampot, omonimo capoluogo della provincia, fra i 30 e i 50 chilometri. È proprio a Kampot che lo sviluppo del turismo sta portando, da una parte, nuovi posti di lavoro e un certo benessere per chi ha le risorse per iniziare un’attività, dall’altra sta facendo emergere il divario fra chi ce la fa e chi invece rimane ai margini perché povero, e viene esposto al rischio dello sfruttamento. «Notando come i ragazzi più poveri fossero sempre svantaggiati nello studio, per via degli alti costi da sostenere – spiega padre Gianluca -, nel 2010, su richiesta di alcuni genitori e con l’approvazione del vescovo, si è deciso di avviare una scuola materna per dare la possibilità a tutti i bimbi di accedere a un’educazione di buon livello e che non accentuasse il divario fra ricchi e poveri. Si partì con 15 bambini e due insegnanti, ma pian piano la nostra piccola scuola è cresciuta e ora abbiamo più di 50 bambini seguiti da cinque insegnanti e un’assistente. Il tutto è stato possibile grazie all’impegno delle insegnanti che condividono l’ideale della scuola di servire specialmente chi è più svantaggiato. Nel 2014 il vescovo ha incaricato le suore di Gesù Bambino, presenti nella nostra missione, di inserire il metodo Montessori, che educa formando alla responsabilità e valorizzando i doni naturali di ciascun bambino, elementi molto preziosi soprattutto qui in Cambogia dove tutto viene equiparato. Le suore hanno fatto un lavoro bellissimo, hanno formato le insegnanti sul metodo Montessori e l’asilo è cresciuto fino ad avere tre classi». La costruzione della nuova struttura si è resa necessaria proprio perché l’attività della materna era ormai ben avviata e non poteva rimanere in piccoli spazi presi “in prestito” dalla scuola elementare o da altre strutture. L’edificio attuale permette di attuare il metodo Montessori con efficacia e secondo le necessità del programma. «Crediamo – continua padre Tavola – che l’educazione data nella nostra scuola (materna ed elementare), focalizzata sul valore della persona e su relazioni incentrate sul rispetto, l’amore e la valorizzazione di ciascuno, possa aiutare i giovani a crescere nella società attuale al riparo dai pericoli che essa purtroppo a volte include. Accogliamo bimbi dai tre anni in su. Quest’anno abbiamo 51 bambini, di cui 19 frequentano grazie a un sussidio e 32 paganti. Il progetto della nostra scuola è che sia sostenibile, ricavando la quota per i bambini poveri attraverso il contributo di chi invece può pagare la retta completa. Ora siamo agli inizi e questo non è del tutto possibile perché il numero degli studenti non è ancora sufficiente, ma al completamento del ciclo scolastico, fra cinque anni, la scuola dovrebbe essere autosufficiente». Il nuovo edificio, realizzato grazie al contributo del 5×1000 della Fondazione Pime, non ha subito modifiche di rilievo rispetto a quello progettato e comprende tre aule spaziose per accogliere fino a 30 bambini ciascuna e arredate secondo le necessità del metodo Montessori; una sala per le attività comuni, gli incontri con i genitori e le feste/eventi; un ufficio per le insegnanti che serve anche da deposito per i materiali da utilizzare saltuariamente; un’area coperta e recintata per i giochi da esterno che sono così a uso esclusivo dei bambini in sicurezza; servizi igienici sia al piano terra che al piano superiore. La nuova scuola materna di Kampot è stata ufficialmente inaugurata, alla presenza del vescovo, alla fine dello scorso anno. È ancora presto per valutarne effettivamente l’impatto sulla comunità locale. Ma le aspettative sono certamente alte. «Il nostro progetto educativo – conclude padre Tavola con comprensibile orgoglio -, che comprende materna ed elementare a Kampot, potrà avere una ricaduta positiva in diversi ambiti. Siamo sicuri che se riusciremo a essere fedeli nel portarlo avanti secondo la missione di testimoniare l’amore e la dignità di ogni persona, questa scuola potrà generare ragazzi che saranno “sale della terra” e che sapranno valorizzare i doni personali propri e degli altri. Il nostro progetto avrà un impatto anche sulle famiglie dei ragazzi, con le quali cammineremo per un periodo prolungato, anche fino a nove anni, con incontri di aggiornamento e anche di formazione e discussione. Infine, il progetto della scuola rientra nel ministero pastorale della missione e crediamo che aiuterà anche lo sviluppo della comunità cristiana di Kampot e il suo sforzo di annuncio del Vangelo».Articoli correlati
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