Malattie dimenticate: il Nobel a chi le combatte

Malattie dimenticate: il Nobel a chi le combatte

Sono le cosiddette malattie dimenticate. Quelle che colpiscono milioni di persone nei Paesi extraeuropei. Il premio Nobel per la Medicina quest’anno va a chi se ne è occupato con successo.

 

Il Nobel 2015 è stato attribuito per metà alla cinese Youyou Tu, professoressa della China Academy of Traditional Chinese Medicine, per l’antimalarico artemisinina, a base di un principio attivo estratto dalla pianta dell’ Artemisia annua che si è rivelato capace di uccidere il Plasmodio della malaria.

L’altra metà del Nobel va per alla coppia William C. Campbell, irlandese oggi alla Drew University a Madison, e Satoshi Ōmura, giapponese della Kitasato University, per le loro scoperte di una nuova terapia contro le infezioni causate da parassiti nematodi come cecità fluviale e filariosi linfatica.

La cecità fluviale è una malattia infettiva che, secondo l’Oms, ha reso cieche oltre tre milioni di persone nel mondo.

La filariosi linfatica, nota anche come elefantiasi, è una malattia che colpisce gravemente 120 milioni di persone in tutto il mondo che causa deformità fisiche.

Ma a che punto siamo nella lotta a queste malattie?

La lotta alla malaria, così come quella contro la filariosi linfatica, hanno risentito dei benefici dell’essere state inserite fra gli obiettivi di sviluppo sul millennio. Tra il 2000 e il 2014 i casi mortali di malaria sono scesi del 47 per cento e dal 2000 al 2012 sono state salvate 3,3 milioni di vite, di cui il 90 per cento sono bambini con meno di cinque anni che vivono in Africa Subsahariana. L’Organizzazione mondiale della sanità attribuisce il progresso all’estensione degli interventi, tra cui un aumento dell’accesso ai test di diagnosi e alle cure e dell’uso di insetticidi.

L’artemisina scoperta dalla professoressa Tu è stata un alletato importante, ma a funzionare è stata soprattutto la prevenzione, e soprattutto un approccio integrato fra diverse agenzie Onu, i piani dei governi e l’aiuto delle fondazioni. Alla fine del 2014 il programma di prevenzione sostenuto dal Global fund aveva distribuito 450 milioni di zanzariere trattate con insetticida, uno degli strumenti più importanti della lotta alla malaria. In Benin, in Madagascar, in Rwanda e in Tanzania più del 70 per cento dei bambini sotto i cinque anni nel 2012 dormiva sotto una zanzariera. Ma la pratica non è ancora diffusa a livello universale e in paesi come Ciad, Camerun e Nigeria solo il 20% dei bambini dorme protetto, anche se si tratta di un aumento considerevole rispetto alla media del 2 per cento nel 2000.

Secondo Maragaret Chan, cinese come la Nobel premiata e direttore generale dell’Oms: “Il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ha salvato milioni di vite ed evitato indicibili sofferenze umane. La sanità ne ha ricavato un lascito di lezioni apprese, buone pratiche e strumenti innovativi per garantire i finanziamenti, acquistare interventi salvavita e sviluppare nuovi prodotti per le malattie della povertà”.

Per quanto riguarda la filarosi linfatica, dal 2000 a oggi sono stati distribuiti più di 5 miliardi di trattamenti per le malattie collegate a questa infezione. Secondo l’Oms, 39 dei 73 paesi dove la malattia è endemica riusciranno a eliminarla entro il 2020.

Le malattie tropicali continuano però a colpire un miliardo di persone nel mondo ha ricordato di recente l’Oms, che a fine agosto ha presentato un piano globale per integrare servizi idrici, igienico-sanitari e di igiene con altri interventi di sanità pubblica e accelerare così i progressi nell’eliminazione di queste patologie entro il 2020.