Nyamien Boukaie: Che Dio ti benedica!

Nyamien Boukaie: Che Dio ti benedica!

Si può dire in molti modi: «Nyamien Boukaie. Eki be Dandi. Ala Bara Gi…». Ma il significato non cambia: è il modo con cui la gente professa la sua fede in qualcuno di più grande le persone specialmente nei momenti più difficili

Una delle cose più strane – strane per me ancora oggi – è sentire qualcuno chi mi benedice. In quanto prete missionario, uno dei miei doveri, in qualità di uomo di Dio, è benedire la gente. In quanto indiano, sono cresciuto nella convinzione che il gesto di benedire appartiene alle grandi persone. È impensabile nella mia cultura che un piccolo benedica un grande, sarebbe uno scandalo. Qui, invece, nella mia missione di Ouassadougou, accade sempre. Però, non è uno scandalo, è qualcosa di molto spirituale.
In qualsiasi occasione, dopo aver ricevuto un aiuto, piccolo o grande che sia, la prima reazione è: «Grazie! Nyamien Boukaie, Eki be Dandi, Ala Bara Gi, Che Dio ti benedica!». Lo dicono nelle loro lingue non solo gli adulti, ma anche i bambini. Dopo la visita a un malato o in occasione di un funerale, quando si celebra una piccola o grande festa, dopo aver passato del tempo con una comunità cristiana o aver incontrato i lavoratori nei campi… tutti diranno: «Grazie! Che Dio ti benedica!».
Sono consapevoli che per il bene che hanno ricevuto solo Dio può ricompensare adeguatamente, ma la benedizione è anche una preghiera per il benefattore.
Tutto rinvia sempre a Dio. Quando si chiede a qualcuno: «Come stai?». La risposta è immancabilmente: «Grazie al Cielo, sto bene!». In questo modo ribadiscono che tutto – la salute, il lavoro, la famiglia, qualsiasi gesto o relazione… – tutto viene da Dio. E, grazie a lui, tutto esiste.
Al termine di ogni visita nei villaggi, la comunità mi scorta alla macchina: «Dio t’accompagni», mi dicono. Perché è solo Dio che può starci accanto nel viaggio così come nel futuro. Sanno e credono che Dio c’è in ogni cosa e in ogni momento. Anche nelle situazioni difficili.
È quello che viviamo qui ogni giorno, in questa zona remota della Costa d’Avorio: la pioggia non rispetta il suo ritmo e le stagioni sono cambiate; i prezzi degli alimenti aumentano, ma i prodotti dell’agricoltura vengono pagati sempre meno; la vita è cara, ma le tasche sono sempre vuote. Viviamo contraddizioni all’infinito. Nonostante tutto, però, i miei fedeli ripetono sempre: «Che Dio ci aiuti». Se non Lui, chi potrà farlo? È la loro professione di fede in Dio, che è più grande dei loro problemi e delle tante sfide che devono affrontare.
Questo vale anche per i non cristiani: Dio è la causa e la ragione dell’esistenza dell’umanità. In un modo o nell’altro, Dio c’è e può fare tutto per tutti. Per questo benedicono le persone, affidandole alla sua grandezza e alla sua protezione.