Non di solo pane. I primi frutti della campagna Pime

Non di solo pane. I primi frutti della campagna Pime

Sono già numerosi i progetti realizzati grazie alla Campagna annuale promossa Pime e incentrata sulla sicurezza alimentare in alcuni Paesi particolarmente fragili dal punto di vista ambientale come Camerun, Ciad e Costa d’Avorio

«Come la citazione evangelica “non di solo pane” rimanda al bisogno dell’uomo di avere, custodire e coltivare nutrimento non soltanto materiale, così la Campagna 2023 del Centro Pime punterà alla promozione di programmi alimentari ma anche a interventi in ambito educativo, attività sanitarie e programmi di sensibilizzazione».
Con queste parole, lo scorso dicembre, vi avevamo preannunciato l’inizio della nostra Campagna annuale “S146 – Non di solo pane. Nutrirsi in Camerun, Ciad e Costa d’Avorio”: una frase che suonava come una promessa.
Oggi siamo qui per raccontarvi che, grazie al vostro aiuto, quella promessa è stata mantenuta. I nostri missionari la mantengono ogni giorno, portando avanti progetti sostenibili e innovativi nei tre Paesi africani coinvolti nell’iniziativa.
Con il vostro sostegno, in poco più di quattro mesi abbiamo già inviato in missione 150.582,73 euro, grazie ai quali sono stati avviati otto progetti per migliorare il livello di sicurezza alimentare di 18.660 persone. Un segno di solidarietà e speranza per questi contesti che vivono costanti difficoltà economiche e alimentari, e un modo per celebrare il 50esimo anniversario della presenza del Pime in Costa d’Avorio.
Tutte le iniziative hanno visto il coinvolgimento attivo delle comunità locali, per individuare le problematiche e le criticità principali che necessitavano di risposte: quelle trovate sono tutte tangibili, concrete ed efficaci, ma anche sostenibili ed ecologiche.
Fino a oggi, nei tre Paesi beneficiari della Campagna sono stati costruiti nove pozzi in altrettanti villaggi, per fornire acqua pulita e potabile alle comunità locali e offrire così la possibilità di migliorare l’alimentazione quotidiana e prevenire la trasmissione di malattie infettive dovute all’utilizzo di risorse idriche contaminate.
Sono stati realizzati programmi di sensibilizzazione in merito alla corretta conservazione dell’acqua potabile e formazione specifica sulla gestione dei nuovi pozzi, affinché le comunità non solo ne usufruiscano ma ne diventino proprietarie e dirette responsabili. Nello specifico, a Mouda, in Camerun, sono stati costruiti un pozzo e un acquedotto azionato a energia solare e sono state coinvolte più di 240 ragazze e donne in corsi di formazione sulle tecniche agricole, fornendo loro tutto il necessario per avviare un orto familiare e garantire un’alimentazione sana e nutriente ai propri figli. È stata inoltre offerta formazione professionale (per esempio taglio e cucito), affinché queste donne possano acquisire conoscenze e competenze spendibili nel mercato del lavoro. Un trampolino di lancio per accedere a maggiori opportunità lavorative e sempre più autonomia.
Ben 330 ragazzi e ragazze sono stati formati alle tecniche agricole più efficaci e innovative, attraverso un programma di gruppo organizzato in orti comunitari appositamente predisposti. Il coinvolgimento dei giovani è fondamentale per poter garantire un futuro a queste comunità, dove l’emigrazione della nuova generazione verso Paesi limitrofi in cerca di lavoro è sempre più accentuata e critica. A Mongo, in Ciad, è stato avviato un progetto di allevamento con il coinvolgimento di 50 studenti, al fine di favorire la loro indipendenza economica e offrire alle comunità nuove opportunità per raggiungere l’autosufficienza alimentare.
Queste righe, insieme ai numeri che leggete qui accanto, vogliono essere l’espressione di un sentito grazie a nome di tutti i beneficiari e i missionari del Pime per quanto si è riusciti a realizzare finora.
Ma i progetti che vogliamo portare avanti insieme a voi sono ancora tanti e siamo certi di trovarvi sempre al nostro fianco!