Come aquiloni sulle favelas

Come aquiloni sulle favelas

Chiara Falco e Andrea Guerra con i piccoli Matilde e Samuele hanno vissuto tre anni a San Paolo. Il diario di una famiglia in missione è diventato un libro che debutta al Festival

Tre anni a San Paolo in Brasile con l’Associazione Laici Pime, per un servizio tra i ragazzi delle periferie con la ong locale Conosco. Tre anni dai programmi decisamente rimescolati, una volta ritrovatisi a vivere là un’esperienza come la pandemia di Covid-19. Ma – soprattutto – tre anni in missione come famiglia, non solamente “con” ma anche “attraverso” due figli piccoli. È il racconto che Chiara Falco e Andrea Guerra, insieme a Matilde e a Samuele (nato proprio a San Paolo), oggi rientrati in Italia, hanno raccolto nel libro “Come aquiloni sulle favelas”, fresco di stampa per l’editrice Emi (pagine 120, euro 12) e che viene presentato ufficialmente al Festival della Missione sabato 1° ottobre alle 17.30 presso il Teatro alle Colonne di corso di Porta Ticinese 45.

«C’è dentro la nostra storia – raccontano Chiara e Andrea -, le nostre domande, le nostre inquietudini, soprattutto le nostre scoperte e le nostre gioie. Abbiamo voluto raccogliere le “lettere” inviate settimanalmente a chi ci seguiva da lontano per lasciare che, anche a distanza di tempo, forse possano servire a chi scopre di avere la vocazione a partire».
“Nos Vamos”, avevano intitolato la loro pagina Facebook quando sono partiti. E nei loro racconti c’è tutta la quotidianità della vita di una famiglia in missione, insieme alla curiosità per un Paese da scoprire passo passo e il sano desiderio di lasciarsi provocare da una realtà come quella delle periferie di San Paolo. C’è l’esperienza di trovarsi a condividere, da laici e per un arco di tempo limitato, il cammino dei missionari del Pime che al Brasile dedicano tutta la loro vita. Ma anche il gusto di lasciarsi stupire dagli applausi dopo il Vangelo delle Messe brasiliane o dai mille volti della devozione popolare, per coglierne il tesoro vero al di là del folklore. Ma adesso che il loro servizio è terminato e sono tornati a Cinisello Balsamo (Mi), da dove erano partiti, che cosa resta dell’esperienza vissuta in missione?

«In un pomeriggio di metà giugno – rispondono Chiara e Andrea nelle pagine che chiudono il libro – Matilde, guardando alcuni video musicali brasiliani, scoppia a piangere: “Quando torniamo in Brasile?”. Una reazione emotiva, placata dopo pochissimi secondi con la nostra promessa di tornarci presto per una visita ai nostri amici. Ma abbiamo imparato una cosa: la missione “salta fuori” quando meno ce lo aspettiamo. Ogni tanto ci sembra di dedicare poco tempo a coltivarne il ricordo, ma dentro i ritmi frenetici della vita da questa parte del mondo, a cui lentamente ci stiamo riabituando, emerge come questa reazione di Matilde. Da un pensiero, da un volto visto in fotografia, da una telefonata, da un confronto. Sensazioni che vengono in superficie e sono le lenti nuove con cui guardiamo il mondo, il nostro e quello lontano».
«Con i ricordi – continuano Chiara e Andrea – affiorano anche le domande. Alcune sono quelle di sempre, altre sono nuove, per certi versi inaspettate. Abbiamo imparato anche questo: che la nostra missione non si è cancellata con un volo di ritorno e che non è stata un’opportunità per trovare risposte. Al massimo vale il contrario, la missione ci ha fatto raccogliere una nuova collezione di domande: abbiamo riempito il nostro carrello, come facevamo là con quello della frutta. Ce le teniamo, ce le gustiamo, senza la fretta di dare un senso a tutto».
«E poi – aggiungono ancora – abbiamo imparato un’altra cosa: ad affidarci. Sempre in questi giorni, durante la celebrazione del matrimonio di alcuni amici, il sacerdote ha detto che l’amore non è un sentimento, ma una scelta. A noi è venuta in mente un’aggiunta: è una scelta possibile. Abbiamo provato a viverlo e a raccontarlo nel libro non per puro esercizio di stile o per narcisismo, ma perché possa essere d’aiuto a chi sta pensando di lasciare spazio alla chiamata missionaria nella propria vita. Perché fare missione, provare a condividere un po’ dell’Amore che riceviamo quotidianamente, è una scelta possibile: altre persone e altre famiglie lo hanno fatto prima di noi, altre persone e altre famiglie continueranno a farlo anche dopo di noi. Affidandosi a Lui si può fare e, credeteci, ne vale la pena».

La missione spalanca il cuore al mondo, ma dona uno sguardo nuovo anche sulla vita concreta di una famiglia nell’Italia di oggi. «Nel libro di Chiara e Andrea – commentano nella prefazione al libro Gigi De Palo (presidente del Forum nazionale delle Associazioni Familiari) e sua moglie Anna Chiara Gambini – c’è la semplicità, la freschezza e l’incoscienza di chi sente il desiderio di rispondere con la propria vita ad un amore più grande. Leggendo queste pagine abbiamo provato la sana invidia di chi, pur avendo il desiderio di farlo, non ha avuto il coraggio di partire per la missione, ma si è ritrovato in missione qui. Perché cambiano i nomi, cambiano i luoghi, cambiano i tempi e i modi, ma tutte le famiglie hanno la loro missione: quella di mostrare al mondo che nessuna famiglia basta a se stessa. Abbiamo il salvifico bisogno di essere famiglie nel mondo e non mondi di famiglie».