Il cuore pulsante del Pime in Brasile

Il cuore pulsante del Pime in Brasile

Quando i primi padri arrivarono a San Paolo, 61 anni fa, si stabilirono in un terreno di campagna nella periferia sud della città: oggi Vila Missionaria ospita la nuova Casa regionale dell’Istituto, «aperto alle sfide del presente» come racconta padre Natale Brambilla

 

Il cuore è uno dei primissimi organi che si formano nel feto, che nel grembo di una madre cresce e prende vita. E il cuore, certo suona quasi banale dirlo così, è l’organo che tiene vivo il corpo, quello che pulsa, che spinge il sangue fino ai capillari più periferici, che porta l’ossigeno a tutti i tessuti, fa respirare le cellule. Vila Missionaria è il cuore del Pime in Brasile: è lì, in quel quartiere della periferia sud dell’immensa San Paolo, che l’Istituto ha iniziato la sua missione nel gigante del Sudamerica; ed è proprio da quella primissima chiesa – diventata ora una grande parrocchia – e da ciò che i missionari le hanno costruito attorno che il loro impegno nella capitale paulista continua a ricevere linfa. Oggi, a Vila Missionaria il Pime ha deciso di concentrare le sue attività vitali: la funzione di sede regionale dell’Istituto è solo l’ultimo capitolo di una storia di passione per il Vangelo e per le persone, soprattutto per gli ultimi. Una storia che continua, in modo nuovo, rinnovando modi e mezzi, ma restando fedele alla vocazione della sua genesi.

Da campagna a comunità
Era il 1961 quando i primi missionari del Pime giunti in Brasile decisero di acquistare quell’immenso terreno che si trovava a sud della città: venne comprata un’intera collina, verde, rigogliosa, spoglia. E venne edificata una chiesa, dedicata a San Francesco Saverio, diventata oggi una delle parrocchie più longeve e popolose di tutta la diocesi di Santo Amaro. I confini della città, che stava crescendo a ritmi vertiginosi, si trovavano a una decina di chilometri di distanza. Ma i sacerdoti italiani fecero una scommessa: la capitale si sarebbe allargata così tanto da arrivare fino a quella campagna, che si sarebbe trasformata in una periferia, povera, isolata, luogo in cui ci sarebbe stato bisogno di assistenza umana e spirituale.
Scommessa vinta. Attorno a quella chiesa crebbe un bairro che venne chiamato Vila Missionaria proprio in omaggio all’operato dei padri del Pime e che oggi conta oltre 70 mila abitanti. «Un popolo in continuo movimento, formato da immigrati da regioni povere del Brasile che si fermano qui solo se trovano continuità nel lavoro», racconta padre Natale Brambilla, che è stato parroco di San Francesco Saverio e negli ultimi mesi ha guidato la Regione Brasile in una fase delicata che ha visto l’ennesima trasformazione della comunità Pime di San Paolo.

Da comunità a sede
La nuova Casa regionale del Pime in Brasile è stata trasferita proprio a Vila Missionaria, a lato della parrocchia. Quella struttura nata come luogo per incontri di vario tipo e trasformata nel corso degli ultimi 30 anni prima in centro sociale (Cespat, Centro sociale padre Aldo da Tofori) poi in seminario, oggi è sede della direzione regionale dell’Istituto, dell’amministrazione e anche dell’editrice Mundo e Missão. «Negli anni, l’opera del Pime ha sempre avuto due direttrici: l’annuncio del Vangelo, soprattutto attraverso la catechesi e i sacramenti, e il lavoro sociale, con la formazione a l’assistenza ai più poveri. Dopo oltre 60 anni continua seguendo questi binari, ma ha visto molte trasformazioni, soprattutto l’azione sociale. Esiste sempre l’assistenza ai poveri – spiega padre Natale -. Perché, come dice Gesù nel Vangelo, “i poveri li avrete sempre con voi”. Questa forma di aiuto va dalla consegna di alimenti, cresciuta in tempi di pandemia, fino all’aiuto sanitario; ma se anni fa ci si impegnava soprattutto per le emergenze, per esempio con case di accoglienza per minori di strada, oggi ci si concentra più sulla formazione».

Centro di animazione
L’ultimo passaggio è quello cruciale. La nuova Casa regionale non è solo il centro amministrativo ma piuttosto è stata pensata per essere cuore dell’animazione, tanto a livello locale, quanto nazionale. Ed ecco allora l’importanza della presenza degli uffici di Mundo e Missão, che tramite la rivista e il sito ha il compito di “contagiare” missionariamente la Chiesa locale. Ed ecco, anche, il valore di aver adeguato gli spazi della Casa non solo per rispondere alle esigenze dei missionari residenti e di passaggio, ma anche per essere sede di corsi di formazione, ritiri spirituali, incontri per giovani e famiglie. Cuore che pulsa, insomma: che diffonde l’ossigeno dell’ad gentes e quella Parola di verità che richiama all’amore per gli ultimi e per i lontani.
«La presenza del Pime in questa regione risponde sempre più a una esigenza di animazione e formazione missionaria della stessa Chiesa brasiliana: di fronte alla diminuzione dei fedeli, il Pime cerca di reagire alla tentazione delle comunità diocesane di rinchiudersi fra le proprie mura per occuparsi delle pecorelle rimaste, offrendo uno sguardo che va al di là e che fa conoscere le Chiese del mondo», aggiunge padre Brambilla.

Dal mondo al territorio
Al di là dei confini nazionali, continentali. Ma anche al di là di quelli più vicini: confini umani, limiti a volte insuperabili, ostacoli territoriali. «Non dobbiamo limitarci ad accogliere chi già arriva in chiesa, ma dobbiamo cercare chi è lontano da Dio qui e ora, sapendo che questa è la via migliore per far crescere una comunità cristiana. Perché “la fede si rafforza donandola”, come recita la Redemptoris Missio», dice padre Natale. Che continua: «Il quartiere è cambiato e quindi dobbiamo cambiare anche noi. Sono cambiati i valori: decenni fa c’era più povertà ma anche più voglia di aiutarsi e stare insieme. Oggi l’individualismo corre pure qui, frutto dell’arricchimento. La favela è sempre meno favela. La gente guadagna un po’ di più ma allo stesso tempo è anche più divisa e isolata. E qui entriamo in gioco noi missionari, noi evangelizzatori: dobbiamo aiutare le persone a spostare lo sguardo da sé agli altri. C’è anche un lato positivo in tutto questo: si creano vuoti nelle persone e soprattutto i più giovani si mettono in ricerca, chiedono qualcosa che dia gusto alla loro vita. E noi abbiamo Gesù, capace di dare sapore. Il Vangelo è la nostra carta vincente». Il cuore pulsa, spinge sangue e ossigeno. E lo stesso farà il Pime da Vila Missionaria: continuerà a offrire il suo sguardo su ciò che davvero dà vita e su ciò che muove noi e il mondo. MM