Una frequenza radio per i profughi Rohingya

Nel campo di Cox’s Bazar in Bangladesh vivono circa 700mila Rohingya rifugiati dal Myanmar. Per diffondere informazioni di servizio e migliorare le condizioni di vita dei profughi la Bbc ha aperto Radio Beggunor da cui lanciare anche un segnale di speranza

 

Per risintonizzarsi con una vita dignitosa, anche quando le condizioni sono al limite della sopravvivenza come quelle che in questi mesi subiscono migliaia di famiglie Rohingya messe in fuga dal Myanmar e rifugiatasi in Bangladesh, c’è la frequenza di Radio Beggunor.

L’emittente è nata qualche mese fa nel campo profughi di Cox’s Bazar – tra i due Paesi coinvolti – con lo scopo di diffondere informazioni che possano migliorare la vita dei 700mila profughi che hanno varcato il confine dopo l’ondata di persecuzione contro questo gruppo etnico di matrice musulmana in Myanmar. L’idea è venuta alla BBC Media Aid, organizzazione non governativa affiliata alla radiotelevisione inglese, che ha realizzato il progetto insieme all’emittente pubblico nazionale, il Bangladesh Betar. Tra i due programmi trasmessi, il più ascoltato si chiama Beggunor Lai che – nel dialetto locale di Chittagong – significa «per tutti» e diffonde informazioni di servizio proprio a coloro che arrivano nei campi.

La trasmissione viene registrata nelle varie tende ed è ascoltata dai rifugiati con radio a manovella, unico strumento che permette di sintonizzarsi senza usare l’elettricità. Molti profughi hanno creato gruppi di ascolto e si ritrovano per sentire il programma che parla di diarrea e colera ma anche di purificazione dell’acqua oppure dell’igiene cui sottoporre adulti e bambini per scongiurare il proliferare di malattie. Nelle ultime settimane, in particolare, la programmazione si è concentrata sulla preparazione al caldo estivo e su come far fronte alle tempeste e ai cicloni tipici della stagione.

Sull’alimentazione un podcast firmato da Beggunor Radio insegna che il cibo nutriente non è per forza anche costoso e suggerisce, per esempio, di mangiare lenticchie come sostituto di carne e pesce. Per anziani, bambine e donne in gravidanza, gli speaker consigliano invece di affidarsi alle mani esperte degli operatori che girano di tenda in tenda per dare supporto a chi ne ha bisogno. Interessante anche il recente approfondimento sul colera che diffonde informazioni sulla malattia, spiega come si contrae e i sintomi in modo da preparare i residenti a riconoscerlo fin da subito ed evitare un’epidemia nell’intero campo. A gennaio, proprio contro il colera, è stato diffuso un vaccino al quale però – ricorda Radio Beggunor – bisogna affiancare anche la giusta igiene.

Ad alcuni questi consigli di servizio potrebbero sembrare delle banalità; invece proprio le lacune nella comunicazione sono gravissime per chi si trova ad affrontare una crisi umanitaria di questa portata. A Cox’s Bazar, la Bbc ha scoperto per esempio che prima dell’attivazione della radio più di tre quarti della popolazione riteneva di non avere abbastanza informazioni per decidere sulla propria vita e che il 62% dei residenti non riusciva a comunicare con volontari e operatori.

Qualcosa di simile era stato realizzato anche in Siria, nei primi villaggi di tende dei civili in fuga dalla guerra appena oltre il confine. Ma l’obbiettivo di Radio Beggunor va oltre: in un campo profughi che ha una delle densità abitative più alte al mondo, il servizio tenta anche di riunire le famiglie che si sono perse nella grande fuga dal Myanmar e di diffondere un segnale di speranza ai tanti che si trovano soli in un esodo drammatico di dimensioni storiche.