Il Pakistan scommette sui pellegrinaggi al santuario cristiano

Il Pakistan scommette sui pellegrinaggi al santuario cristiano

Il governo del Punjab ha approvato un piano urbanistico per lo sviluppo di Mariamabad, il santuario mariano nazionale del Pakistan, meta ogni anno di oltre 1 milione di pellegrini. Un segnale di speranza accanto alle tante contraddizioni sul rispetto della libertà religiosa nel Paese

 

Una nuova strada e un progetto di riqualificazione per permettere una nuova possibilità di crescita al santuario dei cristiani. Potrebbe sembrare una notizia come le altre se non arrivasse da un Paese come il Pakistan, che così spesso – purtroppo – fa parlare di sé per episodi legati a discriminazioni e violenze contro i cristiani. Va dunque salutata come un segno importante la visita compiuta nei giorni scorsi dal governatore del Punjab, Chaudhry Mohammad Sarwar, a Mariamabad, il santuario mariano nazionale del Pakistan.

Mariamabad in lingua urdu significa «la città di Maria»: situato a 80 chilometri da Lahore, è il luogo dove dal 1949 ogni anno l’8 settembre – il giorno della festa della Natività di Maria – si tiene il maggiore pellegrinaggio dei cattolici del Pakistan. Si calcola che siano almeno 1,2 milioni i fedeli che visitano ogni anno questa chiesa, fondata nel 1892 dai missionari cappuccini. Ed è un flusso di persone che ha un significato importante anche per l’economia del Punjab.

Di qui – dunque – la visita del governatore Sarwar che, come riferisce l’agenzia UcaNews, è stato accolto dal vescovo di Lahore, Sebastian Shaw, e ha annunciato un nuovo piano urbanistico per la zona del santuario. La novità più attesa è la realizzazione di una strada lunga circa 4 chilometri che dovrebbe rendere più agevole l’afflusso dei pellegrini. Ma il progetto prevede anche la realizzazione di nuovi spazi per l’accoglienza e un potenziamento delle infrastrutture.

«La protezione dei luoghi sacri delle minoranze religiose è una delle responsabilità del governo – ha dichiarato il governatore Sarwar -. Il Pakistan difende i diritti delle minoranze».

Parole che fanno i conti, però, con un contesto in cui i pregiudizi e le violenze contro i cristiani restano purtroppo molto diffusi. Proprio in questi giorni dalla stessa Lahore – per esempio – AsiaNews ha rilanciato la tragica notizia di due sorelle cristiane, Sajida di 28 anni e Abida di 26, entrambe sposate e con figli, sono state rapite, stuprate e uccise perché non hanno accettato di convertirsi all’islam e sposarsi con i loro rapitori. Un grave atto di violenza che testimonia quanto sia ci sia bisogno di segni che lanciano un messaggio che invita al rispetto e alla valorizzazione della minoranza cristiana.